I reperti, siti presso la baia di Santa Maria di Ricadi, sono stati segnalati dai cittadini al Comune. Quindi è stato disposto il trasferimento nei pressi del Museo di Santa Domenica
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Alcuni reperti archeologici sono stati ritrovati sul litorale vibonese a seguito dell’ondata di maltempo che ha caratterizzato il territorio le scorse settimane. Più nel dettaglio, si legge in una nota del Comune di Ricadi, i cittadini hanno segnalato all’ente il rinvenimento di quattro massi in calcarenite di forma circolare sulla Baia di Santa Maria, venuti a giorno a seguito delle ultime mareggiate che hanno asportato ingenti quantità di sabbia. Immediatamente è stata informare la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria e Vibo Valentia, nella persona dell’archeologo funzionario di zona Michele Mazza. Il professionista ha quindi autorizzato il ritiro e il trasferimento dei reperti presso il Museo paleontologico ed archeologico di Santa Domenica di Ricadi, per intraprendere gli studi finalizzati all’individuazione di notizie storiche attendibili circa la loro funzionalità, il periodo di realizzazione ed utilizzo.
Al momento, l’ipotesi più accreditata è che possa trattarsi di macine da mulino per cereali (c.d. petr’i mulinu), sia perché presentano al loro centro il tipico foro che serviva da vano di carico, sia per le loro forme e dimensioni riconducibili per caratteristiche ad esse. Tuttavia, non si è in grado di fissare una data certa d’origine, ma potrebbero risalire a periodi molto antichi in funzione del fatto che in varie località di Santa Maria di Ricadi sono stati documentati insediamenti risalenti ad epoche storiche lontane.
Le operazioni di recupero e trasferimento – si legge ancora nel comunicato stampa - sono state condotte dal responsabile dell’Area tecnica del Comune di Ricadi nonché direttore del Museo civico Ricadi, Vincenzo Calzona con il supporto dell’ingegnere Maurizio Pantano, grazie ai contributi volontari dell’associazione Amici del Mare, che hanno effettuato alcune riprese aeree con drone, e delle imprese “Scoglio della Galea” e “L’angolo dei Fiori”, che hanno messo a disposizione uomini e mezzi. Attualmente, sono state allocate presso il giardino del Museo di Santa Domenica di Ricadi e possono essere visitate negli orari d’apertura. Per il Comune si tratta di «un’importante scoperta scientifica che va ad arricchire il patrimonio storico-culturale del territorio ricadese, già di gran lunga facoltoso di numerosi reperti che hanno trovato la loro dimora in una rete museale diffusa, unica nel suo genere per l’enorme valore antropologico, che peraltro è stata di recente coinvolta quale caso di studio da proporre in altre zone dell’Italia».