La 12enne, figlia di emigrati, aveva scritto al ritorno delle vacanze trascorse in Calabria, un tema sul paese d'origine della sua famiglia. Per la giunta, la studentessa genovese ha dimostrato di essere una vera e propria ambasciatrice che crea «un ponte tra memoria e futuro»
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Cittadinanza onoraria del tutto particolare, per età e motivazione, quella conferita dal comune di San Ferdinando ad una ragazzina di Genova che con la famiglia villeggia da una vita nel centro della costa tirrenica reggina. Giulia Grappiolo, 12 anni e un amore viscerale per il paese che conosce solo in estate, ha scritto un tema, dopo il ritorno a scuola al termine della vacanza dello scorso anno, che l’amministrazione comunale ha considerato “un ponte d’affetto – si legge nella motivazione, trascritta anche su una pergamena – sul quale sorridono la memoria e il futuro”.
Il tema su San Ferdinando
Parole sentite da una parte e dall’altra, che la piccola ha giustificato informando insegnanti e compagni di classe che «San Ferdinando è il posto più importante e speciale per me – si legge nel tema - perchè ci vado ogni estate senza saltarne una dal 2006 (quando avevo solo 7 mesi), ma non solo per questo, anche perché lì è nato mio nonno e i suoi 8 fratelli quindi ho un sacco di parenti e amici». Un atto d’amore spontaneo verso le proprie radici, che la giunta guidata dal sindaco Andrea Tripodi – su proposta del vicesindaco Luca Gaetano – ha legato all’azione di quella che ormai a tutti gli effetti va considerata una vera e propria ambasciatrice della casettosità (casettoti si chiamavano infatti un tempo gli abitanti di quello che nel 800 era ancora un villaggio).
La tendopoli e i migranti
A parte la vastità della spiaggia e la possibilità di fare il bagno tra le onde alte, almeno due le cose che la bambina segnala ai suoi coetanei affinché conoscano le opportunità offerte da un paese che, l’autunno scorso, mentre Giulia scriveva il suo tema, occupava le prime pagine dei giornali per via delle tensioni sviluppatesi intorno all’integrazione dei migranti, «Le tradizioni principali sono i “giganti” (persone che ballano con un'impalcatura di legno enorme a forma di re e regina) – descrive la ragazza – e “ U cammeduzzu i focu” (un cavallino di legno ricoperto di fuochi d'artificio). In questi giorni si parla molto della tendopoli di S.Ferdinando ma si trova a oltre 4 km di distanza. Quindi non si può giudicare San Ferdinando dalla tendopoli che non c'entra niente con il paesino in sé». Una promozione e una tutela del “proprio” paese, anche dagli immancabili giudizi frettolosi, che a Giulia sono valsi l’apprezzamento degli amministratori che, allargando simbolicamente la cittadinanza onoraria anche alla sorellina e alle cuginette di Giulia, ha inteso in tal modo premiare una famiglia – quella dei Pontoriero – che si dimostra fiera delle proprie origini e fedele al paese che, pur potendo tradire scegliendo altri lidi estivi, non manca mai di vivere nei ricordi e, giusto come ha scritto il sindaco nella motivazione, “nel futuro”. Una sorta di emigrazione fisica, ma non degli affetti, che accomuna migliaia di sanferdinandesi sparsi per il mondo che oggi, grazie alla terza generazione rappresentata da questa bambina, possono contare su un orgoglio in più: poter trascrivere le ragioni del cuore in una vita lontana.