Prestigioso riconoscimento per Francesco Vilotta che si impone con il saggio L’Eretico. Pier Paolo Pasolini: pensieri, opere e parole
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Giovane scrittore calabrese premiato al concorso letterario nazionale Sinderesi Awards. La manifestazione, organizzata dal Centro Culturale Assosinderesi, in collaborazione con scrittori tv, wikipoesia, La camera dei Poeti e il Giglio Blu di Firenze, rete Tiki Taka ed il cenacolo internazionale di Arti e lettere Le Nuove Muse, si è svolta alle porte di Milano presso lo storico Palazzo Arese Borromeo.
Ad essere premiato, nella sezione Saggistica, il saggio L’Eretico. Pier Paolo Pasolini: pensieri, opere e parole (Edizioni Erranti con Coessenza) scritto da Francesco Vilotta, giovane scrittore calabrese, filosofo, giornalista e autore cine-televisivo. La giuria del concorso era presieduta dal professor Hafez Haidar già candidato al premio Nobel.
Nell’anno che ricorda il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, il libro di Vilotta dopo il Premio letterario la Ginestra di Firenze, si aggiudica un altro prestigioso riconoscimento nel palcoscenico letterario nazionale, il suo lavoro ha conquistato la giuria grazie ad un’abile panoramica su uno dei più grandi pensatori marxisti italiani. Tra le pagine del suo lavoro, emerge il poeta, il regista, l’educatore, illuminato dai tratti che ne hanno contrassegnato l’esistenza: l’amore, il conflitto, la ribellione, la visione lucida e cruda del reale.
L’Eretico si conferma un viaggio intorno alla varietà dei linguaggi espressivi che si intrecciano alla vita di uno degli intellettuali più scomodi del secolo scorso.
Vilotta è stato ospite di Franco Laratta nell’ultima puntata della stagione “Sa di Calabria” durante la quale è emerso il rapporto tra Pasolini e la Calabria.
«Uno spirito critico talmente lucido e profetico da risultare anche oggi sorprendentemente attuale», scrive Vilotta, il quale reinterpreta le più significative parole di un intellettuale controcorrente, alla continua ricerca di una sorta di religioso desiderio di purezza, il quale ha lasciato un segno indelebile nella storia letteraria e culturale italiana. Sì, perché Pasolini è stato molte cose, oltre a un grande scrittore, poeta e prezioso regista cinematografico: marxista indipendente, artista impegnato e indignato, intellettuale vessato e talvolta condannato da un’Italia ancora perbenista e ipocrita.
Nell’Eretico, tra le tante cose, si potranno leggere dunque le sue incisive critiche all’omologazione culturale e linguistica del Paese, (vero e proprio «genocidio culturale»), il suo ruolo cruciale nel ‘68 italiano e anche il suo necessario e indimenticabile contributo alla settima arte. Nel racconto di Vilotta che è una continua tensione tra razionalità e consapevolezza, Pasolini pian piano cessa di essere esclusivamente un monumento della cultura del Novecento, così che andando avanti nella lettura lo sentiamo vicino, complice, solidale, prezioso consigliere capace di cogliere anche lo sbandamento dei nostri giorni.