VIDEO | L'agente calabrese, originario di Taurianova, con il suo volume autobiografico “Macaone” è stato candidato al premio Strega
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«In questo momento, mi sento di essere pronto a continuare una vita da scrittore. Ci sono dei tempi per ogni cosa e il passato è passato. Il mio tempo da poliziotto è finito ma le mie esperienze poliziesche non smettono di essere state e confluiscono nella mia scrittura. Lo avevano già fatto mentre ancora ero in servizio quando, dopo un conflitto a fuoco, durante la convalescenza, avevo scritto in terza persona “La Valle delle Farfalle”, pubblicato adesso con il titolo “Macaone” e una narrazione in prima persona». Tante le vite di Nicola Longo, calabrese originario di Taurianova, da giovane promessa della boxe, poi valente agente della sezione Narcotici della Polizia di Stato, oggi apprezzato scrittore, il cui romanzo autobiografico, presentato a Reggio Calabria dal circolo Rhegium Julii, è stato candidato al premio Strega. Il titolo “Macaone”, una farfalla dagli splendidi colori, nasce prima del romanzo, nella sua terra di origine.
Il Macaone e l'infanzia
«Questo titolo non nasce per caso ma è legato a un’esperienza della mia infanzia. Quando ero bambino, a Taurianova in Calabria, mio padre mi portava spesso al mare al mattino. Ero malato di pertosse e in una di quelle mattine notai qualcosa che luccicava, come una scintilla che bruciava nell’aria. Mio padre mi rivelò che quella era un Macaone, la più bella farfalla. Da lì ho scoperto un mondo che non mi ha più abbandonato», ha raccontato Nicola Longo, scrittore ed ex poliziotto.
L'azione sotto copertura per risalire ai grossi narcotrafficanti
Denominato il Serpico calabrese, fu amico di Tonino Guerra e Federico Fellini, che sulla sua vita avventurosa avrebbe voluto girare un film.
«Ho iniziato come undercover, agente sotto copertura, a Piazza di Spagna a Roma. Nel tempo le operazioni sono diventate sempre più impegnative fin quando la Dea, l’agenzia federale antidroga statunitense, notò la mia capacità di intervenire nel contrasto al traffico di droga e di risalire a chi c’era dietro quei giri illeciti internazionali e, tramite la Criminalpol, direzione centrale di Polizia criminale, volle conoscermi». In prima linea nel contrasto al narcotraffico, del dominio delle mafie e quindi anche della ndrangheta, al quale ha dedicato la maggior parte della sua vita, da giovane aveva scritto anche una favola per mettere in guardia i coetanei dalla droga. Le sue esperienze anche particolarmente pericolose sono divenute pure materia narrativa. Dunque con cognizione di causa, oltre che per sensibilità, Nicola Longo, oggi ha ancora chiaro quanto la piaga della tossicodipendenza sia grave e quanto si rischi un’assuefazione ad un fenomeno invece ancora pericoloso e distruttivo per la vita di tante persone.
«La droga sempre molto pericolosa»
«Il fenomeno forse prima era più temuto. Capisco anche il frangente storico falcidiato dalla pandemia e dalla guerra possa generare anche nuove priorità ma la droga resta molto pericolosa. Tante persone tutt’oggi convivono con l’uso delle sostanze stupefacenti e le conseguenze sono devastanti. Ritengo che la droga debba essere un obiettivo da non trascurare mai, guardando anche all’evoluzione del fenomeno», conclude Nicola Longo, scrittore ed ex poliziotto.
Nel 1987 l’Onu, il 26 giugno, ha istituito la giornata internazionale contro l'abuso e il traffico illecito di droga. Secondo gli ultimi rapporti sulle tossicodipendenze del dipartimento di Politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Direzione centrale dei servizi Antidroga del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno, non solo la droga non smette di essere trafficata e assunta, ma la pandemia ha avuto un impatto allarmante sul fenomeno. I più consistenti quantitativi di cocaina sono stati sequestrati in Italia vengono eseguiti al porto di Gioia Tauro (13 tonnellate nel 2021) con l’egemonia incontrastata della ndrangheta.