Alla storica libreria Cerrelli di Crotone si vuole parlare di migranti, sbarchi ed umanità attraverso progetti concreti e speranza. È per questa ragione che a distanza di più di un anno dalla prima presentazione, l'associazione Sabir rimette al centro la storia di Faisal, raccontata in una graphic novel, frutto di un progetto di integrazione tra minori migranti non accompagnati e ragazzi italiani con disagi di vario tipo, che poi è “marca” di molti altri progetti dell’associazione.

Ed il tema dei minori non accompagnati, nel già complesso fenomeno migratorio, è certamente uno dei più scottanti e, forse, anche dei meno trattati; la presidente di Sabir, Manuelita Scigliano, lo presenta attraverso la rivisitazione di un proverbio africano. «Per prendersi cura di un bambino c’è bisogno di un intero villaggio, intimano in Africa», ci rammenta la Scigliano che è stata anche portavoce di Rete 26 febbraio dopo la strage di Steccato; e prova pure a ribaltarlo quel detto: «Noi occidentali dovremmo comprendere che per abbandonare un minore c’è la compartecipazione di una intera comunità, siamo tutti dunque responsabili».

Così questa ri-presentazione di una bellissima iniziativa editoriale a fumetti realizzata più di un anno fa da minori stranieri non accompagnati ed altri italiani con disagi, è l’occasione per comprendere che «sì, è giusto commuoversi di fronte alle morti in mare», dice l’animatrice del terzo settore, «ma contestualmente ci sono tanti minori che scompaiono, senza lasciare traccia».

Faisal è la storia di un sedicenne che ce l’ha fatta, che ha trovato un progetto ed una famiglia affidataria; è la storia che gli altri ragazzi del progetto hanno voluto raccontare attraverso l’ausilio di artisti come Vittoria Devona e Valentina Muzzi che ne hanno curato grafica ed illustrazioni.

Ma è anche la storia che c’è davanti a figure importantissime ma nascoste, come quella dei tutori volontari. Grazie al loro impegno ed alla loro dedizione, i tutori sono proprio quelli che offrono ai minori stranieri non accompagnati, una speranza di un futuro e di una vita migliore, accompagnandoli passo passo. È proprio uno di loro, Giuseppe Di Gioia, che traccia il profilo di questi volontari: «La figura e la presenza di un tutore cambia il destino di un minore non accompagnato e proprio la storia di Faisal lo dimostra», sottolinea il volontario che tiene innanzitutto a chiarire che in Calabria esiste un’associazione regionale che in qualche modo li tiene anche in rete. «Faisal infatti ha trovato un tutore che è diventato anche famiglia affidataria, ma comunque ha segnato in maniera fondamentale tutti i partecipanti a questo progetto». Non è un caso che Di Gioia tenga a rammentare una sorta di mantra che i tutori ripetono a loro stessi: «A volte basta il tempo di un gelato mangiato assieme o quello di un abbraccio per cambiare il destino di una donna o di un uomo piuttosto che quello del mondo».

Ed in questo mondo sempre più globalizzato anche dall’informazione e dalle denunce da curva, è fondamentale anche rammentare come legislativamente ci si è voluti assumere responsabilità collettive, per cercare di proteggere i minori vulnerabili che cercano semplicemente rifugio nel nostro Paese. E la Scigliano insiste ricordandone alcuni capi saldo, ragionandone anche assieme all’assessore comunale Pollinzi, ai tutori come Di Gioia ed alla casa editrice rappresentata da Maria Grazia D’Ettoris che è la responsabile della Biblioteca Pier Giorgio Frassati della Fondazione D’Ettoris.

«Se oggi chiunque può contribuire donando il proprio tempo come tutori volontari è grazie alla legge Zampa del 2017», specifica in libreria la Scigliano. Ma è anche utile sottolineare come dopo ben 5 anni di attesa (ma comunque prima della strage di Steccato di Cutro) a dicembre 2022, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che modificava il Regolamento di attuazione del Testo Unico sull'Immigrazione, adeguandolo appunto alla legge Zampa. Il decreto chiariva tutti i nodi più discussi nel rilascio dei permessi di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati, mettendo fine alle interpretazioni discrezionali delle singole questure. Burocrazia che decideva (senza certezze) di tantissimi ragazzi e ragazze, spesso adolescenti, che lasciano i loro paesi a causa di conflitti, persecuzioni o povertà estrema. Ecco dove entrano in gioco tutori e la rete del terzo settore che riesce ad incidere, appunto anche attraverso leggi e la loro applicazione a procedure che troppo spesso vengono lasciate a discrezionalità. Burocrazia e dibattiti da stadio che fanno emergere uno dei tanti giganteschi ossimori sociali e culturali: come pensare di poter aiutare giovani che possono trovarsi vulnerabili agli abusi, all'esclusione sociale e a molte altre difficoltà, senza la guida ed il sostegno di un adulto di fiducia? Come, d’altronde, pensare di poter affrontare le politiche migratorie senza una visione globale di tutela dei minori e, soprattutto, senza la guida ed il sostegno degli operatori e dunque dei profondi conoscitori delle reali esigenze di popoli in movimento?