A San Giovanni in Fiore la decima edizione della rassegna. Il presidente Riccardo Succurro: «Gioacchino da Fiore cercò di dare un senso alla speranza di quanti erano presi dal "terrore della storia" ed è uno dei motivi del fascino esercitato dall'abate calabrese nel corso dei secoli»
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«Un ringraziamento al mondo dell'informazione per l'attenzione riservata ai lavori del Congresso. È stato come un sussulto di orgoglio, quello di far emergere la Calabria della Cultura che parla al mondo, la Calabria della Cultura al centro degli studi medievistici internazionali». Così Riccardo Succurro, presidente del Centro internazionale di Studi Gioachimiti, al termine del 10º congresso che ha visto a San Giovanni in Fiore studiosi e relatori da tutto il mondo, perfino dal Giappone come da diversi paesi europei, americani, dal Regno Unito. Un congresso dal valore scientifico straordinario che in tre giorni ha discusso, analizzato e affrontato il pensiero gioachimita.
Con il presidente Succurro, artefice del successo del congresso, parliamo di Gioacchino da Fiore, che «libera l’uomo dal terrore della storia»
«Un grande intellettuale del secolo scorso, Mircea Eliade, in "Cosmos and History. The Myth of the Eternal return" pubblicato a New York nel 1959, argomentò che Gioacchino da Fiore cercò di dare un senso alla speranza di quanti erano presi dal "terrore della storia" ed è uno dei motivi del fascino esercitato dall'abate calabrese nel corso dei secoli».
L’Abate Calabrese | San Giovanni in Fiore, al via la tre giorni dedicata al Congresso Internazionale di Studi Gioachimiti
Gioacchino colloca l’uomo a fianco a Dio
«Nel Salterio dalle dieci corde (Tavola XIII del Liber Figurarum, Codice di Reggio Emilia) Gioacchino da Fiore raffigura la Trinità delle Persone e l'Unità della Sostanza Divina, precisando nella didascalia "senza confondere le persone e senza separare la sostanza". Sul lato destro del Salterio i capicorda sono rappresentati dai sette doni dello Spirito Santo e dalle tre Virtù teologali. Sul lato sinistro le corde della cetra sono tenute dai nove cori angelici e dall'Uomo, collocato sopra le gerarchie angeliche e vicino a Dio poiché l'incarnazione del Figlio gli ha dato una dignità superiore»
Dalle sue stesse opere, dalle sue interpretazioni della storia emerge come il messaggio di Gioacchino sia un ciclone nella storia della chiesa
«Uno dei più grandi medievalisti italiani, Raffaello Morghen, in "L'attesa dell'età nuova nella spiritualità della fine del Medioevo", scrisse che il messaggio di Gioacchino da Fiore, come un ciclone, ha esercitato una significativa influenza nell'intero secolo XIII, intrecciandosi con lo sviluppo del movimento francescano».
Mentre tutti aspettavano la fine del mondo, Gioacchino ha portato la speranza parlando del "tempo della fine"
«Per Raffaello Morghen, l'attesa della nuova età non è stata inventata dagli storici ma fu consapevole e trepidante certezza degli uomini degli ultimi secoli del Medioevo e maturò dal terrore della fine dei tempi e dal sentimento di espiazione delle penitenze collettive, alla aspettativa fiduciosa di un riscatto, cui la nuova spiritualità francescana e la rinnovata fede nella validità dei poteri carismatici della Chiesa dava vigore».
In viaggio | Da Tokyo a San Giovanni in Fiore per seguire il decimo Congresso internazionale di Studi Gioachimiti
Quindi possiamo affermare che la figura dominante nelle rievocazioni dell' attesa della nuova età è senza dubbio quella di Gioacchino da Fiore
«Assolutamente. Tutto il Medioevo aveva atteso trepidante la fine dei tempi e il consumarsi del mistero dell' iniquità, che doveva preannunciare il ritorno di Cristo in terra e il giudizio finale. Gioacchino, alla fine dei tempi, faceva seguire, per la prima volta, l' annuncio di una nuova età che avrebbe consumato ancora sulla terra la mirabile teofania della terza Persona della Trinità».
Il messaggio di Gioacchino compie il passaggio dall' attesa della fine dei tempi all' attesa della nuova età
«E dal terrore dell' imminente giudizio finale alla speranza di una nuova età di redenzione, di perdono, di riscatto; dall' apocalittica visione del Cristo giudice, alla fiduciosa aspettativa di una salvezza che a ogni singolo poteva essere assicurata dalla grazia dello Spirito e dei carismi della Chiesa».
Possiamo già fare un primo bilancio di un congresso straordinario da tutti i punti di vista
«Sono state straordinarie giornate congressuali. Soddisfazione per la qualità culturale, il successo organizzativo e la partecipazione. Desideriamo ringraziare i cittadini florensi e calabresi per la partecipazione ai lavori congressuali, testimonianza che le profonde radici del Centro Studi nella comunità consentono fronde rigogliose.»
Senza dubbio X il Congresso Internazionale di Studi Gioachimiti è stato uno straordinario evento culturale, con una grande attenzione del mondo della cultura a livello nazionale e regionale
«In cinque intense, seguite e partecipate sessioni di studi, i relatori provenienti da università e centri culturali internazionali hanno approfondito dal punto di vista storico la tematica di "Gioacchino da Fiore e l' esegesi nel suo tempo" e secondo una prospettiva teologica e filologica fatto emergere i temi esegetici nelle opere dell'abate calabrese restituendo la figura di Gioacchino da Fiore monaco-teologo»