Scomparso a 89 anni il presidente della fondazione che acquistò la storica e abbandonata abitazione del musicista per trasformarla in un polo culturale al servizio della città. Cosentino di nascita, ricevette la cittadinanza onoraria nel 2015
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Avrebbe compiuto novant'anni il prossimo febbraio, ma i problemi che da tempo minavano la sua salute hanno avuto la meglio su di lui. Si è spento oggi Sergio Giuliani in quella Roma che – nonostante fosse un giramondo – era la sua casa ormai dagli anni '50, quando lasciò la natia Cosenza al termine del liceo per trasferirsi nella capitale e studiare medicina.
Impiegò poco, dopo la specializzazione in odontoiatria, a passare dall'altro lato della cattedra, prima come assistente all'Università di Ginevra, poi da docente di nuovo in riva al Tevere all'istituto Giorgio Eastman e al policlinico Gemelli. Veniva da una famiglia benestante – suo nonno aveva fondato un mobilificio che negli anni '30 dava lavoro a 150 operai – ma, grazie all'attività accademica e quella da libero professionista, unite al bernoccolo per gli investimenti, aveva accumulato una discreta fortuna. Il denaro, però, non lo aveva privato di un cuore. E se già all'Eastman si era occupato gratuitamente dei pazienti in difficoltà economica, una volta andato in pensione Giuliani aveva deciso di fare qualcosa di più grande per Cosenza.
Un luogo storico da restituire alla città
La sua idea era di strappare all'oblio uno dei tanti edifici storici abbandonati del capoluogo bruzio per ridargli vita e farne un punto di riferimento culturale, non solo per la città. E la scelta non fu semplice, visto che di antichi palazzi in disuso Cosenza era piena. Dalla caserma Fratelli Bandiera all'ex Umberto I, furono molti gli immobili presi in cosiderazione. A prevalere fu, però, una splendida villa tardo ottocentesca che l'Italgas aveva fatto andare in malora, un tempo abitata dalla famiglia di Alfonso Rendano.
Dopo molti lavori, la dimora del compositore che inventò uno dei pedali del pianoforte era tornata a nuova vita, diventando la sede di una fondazione intitolata ad Attilio ed Elena Giuliani, i genitori di Sergio. Era il 2013 e da allora Villa Rendano ha ospitato seminari, congressi, rassegne, oltre a un innovativo museo multimediale in cui ripercorrere, stanza dopo stanza, la storia cittadina dagli albori ai giorni nostri.
La cittadinanza onoraria
Quel gesto d'amore verso la sua città fu premiato pochi anni dopo dal consiglio comunale bruzio, che nel 2015 decise di conferirgli la cittadinanza onoraria. Fu una seduta particolare, non solo perché svolta nel Palazzo della Provincia: a votare l'onorificenza al mecenate fu la sola maggioranza; la minoranza si assentò, tra ironie sul premiare con la cittadinanza cosentina chi cosentino lo era già per nascita e polemiche su una scelta che, in realtà, era stata condivisa da tutte le forze politiche in commissione Cultura soltanto poche settimane prima.
Se lo scarso garbo istituzionale dell'opposizione gli lasciò un po' di amaro in bocca, Giuliani lo nascose molto bene quando, con gli occhi lucidi, ringraziò a fine cerimonia: «Questo riconoscimento è un grande motivo di orgoglio per chi, come me, con questa città ha un forte legame di appartenenza, sentimenti comuni a tanti che solo fisicamente si sono allontanati dalla città natìa. Spero che la fondazione duri ancora molto a lungo per favorire lo sviluppo culturale della città». L'auspicio si è avverato, ma Sergio Giuliani da oggi non potrà più gioirne.