Gli “Ultimi”, loro malgrado, chiedono adesso di essere i primi ad essere finalmente ascoltati. Alcun equilibrio tra comunità e territori, tra società umana e patrimonio naturale e ambientale, tra economia reale e finanza, di cui c’è un evidente e vitale bisogno, sarà possibile senza questo ascolto e l’adozione di politiche di tendenza inversa al solo arricchimento incontrollato.

Un forum sui paesi sfruttati e impoveriti del globo sta riunendo a Reggio Calabria rappresentanti e delegazioni di Afghanistan, Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Camerun, Guinea Conakry, Libano, Mali, Mozambico, Niger, Nigeria, Sud Sudan, Yemen. Il parco Ecolandia di Arghillà ospita, infatti, la prima tappa del forum The Last Twenty, contraltare del G20 di presidenza Italiana, in questi giorni riunito a Napoli sui temi dell’Ambiente e dell’Energia. Un’occasione di confronto sui temi globali della povertà e delle diseguaglianze sociali ed economiche la cui origine è da rintracciare in reiterate e irresponsabili politiche improntate al solo profitto.

Incontri e workshop, con mostre ed esposizioni, in corso da ieri, dopo la cerimonia di intitolazione del ponte del Waterfront alla memoria di Luca Attanasio, l’ambasciatore morto in un attentato in Congo lo scorso 22 febbraio, e fino a domenica 25 luglio per sensibilizzare e stimolare consapevolezza.

Paesi non poveri ma impoveriti 

«Il parco sorge in una periferia urbana che abbiamo voluto legare alle periferie del mondo in cui il degrado e la negazione dei diritti umani rendono difficile l’esistenza. Questo momento rappresenta una straordinaria occasione di riflessione sulle responsabilità che l’Occidente deve assumersi verso quei popoli che ha impoverito e sfruttato», ha sottolineato Gianni Pensabene, presidente del parco Ecolandia.

«Non si tratta del G20 dei Poveri ma del G20 dei paesi che sono stati resi poveri dalle guerre e dallo sfruttamento delle risorse naturali. Sono i segni di un’azione dell’uomo che è andata in direzione opposta a quella del rispetto della dignità delle persone e dei diritti umani. È una riflessione necessaria che deve guidare politiche coerenti e condivise. Questa è una Città che vuole mettere a disposizione il suo patrimonio di esperienze e, anche in questa occasione, essere un luogo di inclusione e confronto», ha evidenziato Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria.

«C’è la prospettiva del G20 in cui il mondo è visto da chi ha il potere, ma non è l'unico. C’è anche un altro punto di vista, cercato da chi misura l'attuale temperatura ambientale, sociale ed economica nelle parti più fragili e sensibili ossia quei paesi privati della loro autonomia e delle loro ricchezze e costretti ai margini. Occuparcene non è solo una responsabilità ma è ormai un atto necessario per guardare al futuro», ha spiegato il vicesindaco di Reggio Calabria, Tonino Perna.

Il ruolo della cooperazione internazionale

Strategica è la cooperazione internazionale dalla quale ci si aspetta da tempo ascolto affinché da parte dei governi del G20 siano posti in essere interventi coerenti con quel riconoscimento dei diritti umani universali, finora negato e la cui mancanza è causa di migrazioni spinte dal bisogno ed esposte a dinamiche criminali che la rendono illegale.

«È nostro interesse, in un quadro di dialogo con i paesi di origine, rafforzare la capacità di creare prosperità, benessere diffuso e posti di lavoro nel Sud del mondo per rimuovere alla radice le cause della migrazione. La cooperazione internazionale è uno strumento fondamentale per intrecciare queste relazioni, specie con l'Africa così vicina al Sud Italia, dalle quali trarre un reciproco vantaggio. Nell’ambito dei contatti commerciali, in particolare, fondamentale è anche il ruolo del settore privato nell’agenda 2030 pèr lo Sviluppo Sostenibile», ha spiegato Filippo Scammacca, ministro Plenipotenziario capo ufficio strategia Direzione Generale Cooperazione Sviluppo presso Ministero degli Affari Esteri.

«La cooperazione internazionale dovrebbe essere all’ordine del giorno nei rapporti tra i paesi, anche per favorire un approccio diverso anche al tema delle migrazioni. Non c’è solo la migrazione economica ma c’è anche quella culturale. Noi arriviamo qui con le nostre intelligenze, la nostra cultura e le nostre capacità e vorremmo partecipare e imparare, mantenendo la nostra identità. Non è l’aiuto che ci serve ma l’opportunità di dare un contributo», ha spiegato Eulalia Guiliche, rappresentante della comunità Mozambicana italiana.

La consapevolezza di un destino che ci lega tutti

L’interdipendenza tra popoli e paesi del mondo, da sempre ignorata, sia adesso finalmente fulcro di nuove politiche. «Bisogna porre la cooperazione internazionale al centro del rapporto tra Africa ed Europa che a volte dimentica che siamo tutti legati, che ci unisce un destino unico e che quanto accade in Africa condiziona il futuro di tutti», ha sottolineato Odette Mbuyi, rappresentante della comunità Congolese Italiana.

Le altre tappe in Italia

La manifestazione itinerante, promossa da Federazione delle diaspore africane in Italia, Fondazione Terres des Hommes (Italia), ITRIA (Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili), Mediterranean Hope, NET Scarl, Re.Co.Sol. (Rete Comuni solidali), Rete azione TerrÆ, Fondazione Casa della Carità “A. Abriani”, Parco Ludico Tecnologico Ecolandia, occasione per la conclusione del tour di presentazione della prima missione del progetto ResQ People Saving People (la nave degli italiani che accolgono), sta facendo tappa a Reggio Calabria grazie alla collaborazione del Comune e della Città Metropolitana.

Successivamente attraverserà l’Italia. Ecco le prossime tappe: 10-12 settembre Roma; 17-21 settembre L’Aquila, Sulmona, Agnone, Castel del Giudice, Colle d’Anchise; dal 22 al 26 settembre a Milano; 2-3 ottobre Santa Maria di Leuca.

Cinque le tematiche oggetto degli incontri in programma nelle diverse città italiane: mutamento climatico; questione sanitaria; fame e impoverimento; immigrazione, accoglienza e intercultura; ruolo politico dei paesi che compongono la mappa degli “Ultimi 20” (Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centroafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan, Yemen).