L’allarme arriva proprio dalla Calabria, da quella parte di Calabria dove ci sono ancora persone, anziani per lo più, un centinaio, che parlano una lingua di oltre duemila anni fa, nell'estremo Sud del versante jonico della regione. Bova, Pentedattilo, Roghudi, Bagaladi, Palizzi: sono questi tra i principali paesi della cosiddetta area grecanica, o Bovesia, dove tracce di un passato glorioso resistono nella lingua grika, un mix di greco antico e dialetto calabrese, dove sopravvivono, secondo il glottologo tedesco Gerhard Rohlfs, i diretti eredi di quei greci che colonizzarono il sud d’Italia e che si rifugiarono sulle montagne all'arrivo dei vandali e degli arabi. Oggi quella lingua rischia l’estinzione. Un patrimonio culturale rischia di scomparire per sempre.

Adotta il greco di Calabria: se mi parli vivo

Per questo motivo, Maria Olimpia Squillace, linguista di Bovam ha deciso di lanciare una singolare campagna di raccolta fondi, un crowdfunding molto speciale: “Adotta il greco di Calabria: se mi parli vivo”. Il progetto spiegato in un articolo pubblicato dal Sole 24 ore a firma di Donata Marrazzo. I soldi serviranno per aprire una scuola di greco calabrese e formare principalmente i giovani del posto e per preservare quella lingua e quei posti che ancora oggi raccontano quello che è stato attirando turisti e viaggiatori da tutto il mondo.

 

«L’idea – racconta la ricercatrice al Sole 24 ore - è arrivata durante un viaggio in Messico in compagnia di altri studiosi: "Perché non adottate anche il greco calabrese?" ho detto così, tanto per interessarli alla mia lingua – racconta Maria Olimpia Squillaci - L’hanno trovata un’idea geniale. E con il loro incoraggiamento mi sono messa all’opera».