Serafino Valla, interprete sensibile e creativo del quotidiano e dell'esistenza umana, si distingue nel panorama dei maestri storicizzati per la sua dimensione filosofica che sorregge la sua pittura e la ricerca che la contraddistingue.

Dopo la prima esposizione nella collettiva Mediterraneo nel 2022, il maestro emiliano scomparso nel 2014 torna a esporre al palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria.

Fino al 5 maggio nella sala Nicola Giunta sarà visitabile la mostra “La Via Crucis”. Inaugurata nelle scorse settimane, in vista della Pasqua, essa propone un viaggio emotivo molto intimo.

Seppure dopo un iniziale approccio anche laico, il percorso espositivo racconta una fragilità umana traboccante di speranza e culminante nel messaggio cristiano della resurrezione di Gesù, Uomo e Dio. Si tratta di 15 opere realizzate tra il 1980 e il 1983 in acrilico su faesite, che ancora conservano una intensa spiritualità.

Nella vicina sala Oreste Lionello, sempre a palazzo Crupi, fino alla stessa data, resterà allestita anche l’altra sua esposizione “L’arte gentile”.

«Ho cominciato a capire qualcosa seguendo il linguaggio nei dipinti dei malati di mente e in quelli dei bambini quando, negli anni '60/'65, esponevano a Reggio Emilia. Mi sentivo a loro più congeniale, perché, essendo dei personaggi più semplici, mi era facile capire la loro presenza poetica trasmessami dall'effetto cromatico. Da qui ebbe inizio il mio curriculum artistico, comprendente pittura, scultura e manoscritti in un contesto di emarginazione familiare e sociale dove naufragò la mia giovinezza». Così Serafino Valla raccontava di sé.

Continua a leggere su IlReggino.it.