Riaperto al pubblico a Gioia Tauro, con una nuova veste restaurata, il museo archeologico Metauros. Una fonte di cultura, arte e tradizioni ubicata nel settecentesco Palazzo Baldari, uno dei simboli storici della città situato all’ingresso del borgo antico “Piano delle fosse”.
Il museo gioiese, insieme a siti monumentali, gallerie, parchi archeologici, fa parte della rete dei principali luoghi culturali della Calabria, che afferiscono alla Direzione regionale musei del ministero della Cultura.

Nato come museo civico nel 2012 e divenuto statale nel 2014, consente di immergersi nella storia di Metauros, odierna Gioia Tauro, da sempre porta del Mediterraneo verso l’Europa, un’area a vocazione portuale fin dall’antichità, un centro emporico di origini greche, poi stazione di sosta romana e infine fiorente nucleo medievale.

Il percorso museale, con spazi espositivi rinnovati, propone numerosi reperti, tra cui terrecotte architettoniche e altri oggetti di valore storico e artistico, quali manufatti, materiali ceramici, anfore, vasellame, vasi decorati e altro ancora. Un’opportunità per conoscere e ammirare le vestigia del passato.
Il luogo è uno scrigno che custodisce le radici della comunità e può rappresentare anche un volano di sviluppo economico.

La conferenza stampa di riapertura

L'incontro si è svolto nell’ampia e accogliente sala del piano superiore con vista sul mare. Numeroso il pubblico presente.
Simona Bruni, direttore del museo archeologico ha spiegato che «sarà un luogo dinamico, di spazi dedicati alla comunità. Entro fine mese sarà presentata la programmazione con eventi di vario genere, per tutti i tipi di pubblico, appassionati, famiglie, bambini, adulti e studenti». 

Soddisfazione per poter riaprire un presidio così importante è stata manifestata da Domenica Speranza, assessore alla cultura del comune di Gioia Tauro e dal sindaco Simona Scarcella, la quale ha dichiarato che «si tratta di un’occasione non soltanto per il territorio, ma per tutta la Calabria. Rappresenta un modo per far sì che i cittadini conoscano la nostra storia attraverso il personale del museo altamente qualificato. È soltanto l’inizio di un percorso importante intrapreso con le istituzioni regionali e nazionali».

È intervenuto anche Filippo Demma, direttore regionale musei Calabria, il quale ha sottolineato che «si inizierà un nuovo ciclo di servizi educativi, incontrando gli interessi di diverse tipologie di persone. Iniziative culturali e artistiche per aprire il museo ad esperienze varie, non solo di divulgazione della conoscenza archeologica».

A breve verrà presentato il programma svolto in collaborazione con l’accademia delle belle arti di Reggio Calabria e l’accademia delle belle arti di Catanzaro, il cui direttore, Virgilio Piccari, ha preso parte all’appuntamento odierno.

A seguire si è svolta la presentazione dell’opera multimediale degli artisti Luca Sivelli e Claudia Giannulli, a cura di Simona Caramia e Tommaso Palaia.
Poi è stata svelata l’installazione “Arkè” dell’artista Immacolata Melito: abiti scultura che si ispirano alle tipologie ceramiche archeologiche presenti sul territorio, modellando le forme delle anfore sul corpo femminile.
In conclusione, la serata è stata impreziosita dal concerto live “Al the coordinator” a cura di Vladimir Eduardo Costabile, docente Accademia di belle Arti di Catanzaro.