Archeologia e identità. Su questo binomio si basa l’accordo quadro presentato nelle scorse ore fra il Comune di Briatico, le Università di Siena, della Basilicata e Unical e la Soprintendenza archeologica (città Metropolitana di Reggio Calabria e Vibo Valentia). Al centro, il recupero di Briatico vecchia e delle aree di interesse storico-archeologico. Un percorso avviato da alcuni mesi per promuovere il patrimonio cittadino.

La valorizzazione del territorio

«Cinque enti convergono nella valorizzazione del territorio», ha fatto presente il professore Carlo Citter dell’Università di Siena nell’illustrare il progetto che rientra in una più ampia visione: «Non è affatto scontato. Università e Soprintendenza impegnate in attività di ricerca in piena sinergia».

Il concetto di identità

La cultura rappresenta una componente rilevante anche per la salute e il benessere dei cittadini. È questa la sintesi del contributo della dottoressa Sara Uboldi, Università di Modena e Reggio (parte del dipartimento Comunicazione ed Economia diretto dal professor Federico Montanari). In particolare la Uboldi ha spiegato: «Facendo interventi di valorizzazione culturale si possono ottenere importanti risultati su impatto sociale, sia in termini di inclusione, sviluppo identitario, salute, per sostenere un livello di benessere generale dei cittadini e delle comunità stesse».

L’archeologia preventiva

In tutto questo, la Soprintendenza gioca un ruolo di prim’ordine: «Abbiamo risposto positivamente a un progetto di grande interesse scientifico», ha sostenuto Michele Mazza, funzionario di zona: «Gli ultimi studi sull’area – ha aggiunto – risalgono agli anni Ottanta. Avremo modo di conoscere al meglio il territorio per avere maggiori spunti e pianificare le scelte future. Non a caso parliamo di archeologia preventiva».

L’antica città di Briatico

La città del mare venne distrutta a fine Settecento da un disastroso terremoto. La nuova Briatico venne edificata partendo da località Cocca mentre l’antico paese venne definitivamente abbandonato: «Lo studio di Briatico vecchio -ha commentato il sindaco Lidio Vallone – riguarda più zone: l’area su cui sorgeva la cittadina, il Castello e poi l’area bizantina».

Tombe saracene

I sopralluoghi hanno già dato primi riscontri: «Grazie a questi approcci sono stati rinvenuti importanti elementi su cui lavorare. Ad esempio sarebbero state identificate tombe saracene, alcune profanate altre intatte. Il condizionale è d’obbligo perché sono in corso ulteriori approfondimenti». La campagna scavi e i dati che emergeranno contribuiranno ad arricchire la storia locale: «Briatico – ha aggiunto il sindaco – vuole riscoprire la propria identità. Si tratta di una operazione rivoluzionaria e la nostra cittadina ha tutte le carte in regola per divenire punto di riferimento per gli studi archeologici lungo l’intera Costa degli dei».

La Torretta e i beni archeologici di Briatico

Al di là degli scavi, la città del mare vanta la presenza sul comprensorio di testimonianze storiche di pregio: «Basti pensare all’antico mulino o alla Torretta nei confronti della quale sono state avviate le procedure per consolidamento e messa in sicurezza», ha rimarcato ancora il primo cittadino Vallone. Dalla via dei mulini, alla via delle torri, passando per i conventi sparsi sul territorio: «Ci sono tante cose su cui lavorare. Partiamo da qui con la formalizzazione di una proposta organica su cui ci vogliamo spendere grazie anche alla sinergica collaborazione di Università (oltre agli studiosi presenti coinvolti anche i professori Francesca Sogliani, per l'Università della Basilicata e Adele Coscarella, Unical) e Soprintendenza», ha chiosato Vallone.