VIDEO | Sergio Gaglianese è amministratore condominiale del villaggio Eucaliptus di Simeri Mare, interessato pochi giorni fa da un rogo probabilmente di natura dolosa. Non si tratta di un episodio isolato. Ora ha deciso di rivolgersi al Governo poichè si sente lasciato solo dalle istituzioni
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«In Calabria è diventato impossibile fare impresa perché in ogni latitudine sei costretto a scontrarti con il potere criminale. Io oltre ai problemi con il villaggio Eucalyptus ho trovato anche dei proiettili in ufficio per un altro villaggio. Chi vuole lavorare per bene e non essere colluso con questi poteri ‘ndranghetistici non può farlo e quando vedi che le istituzioni ti abbandonano ti senti lasciato solo». Si sente lasciato solo dalle istituzioni l’imprenditore catanzarese Sergio Gaglianese, dal 2011 amministratore condominiale del villaggio Eucalyptus di Simeri Mare, interessato pochi giorni fa da un rogo probabilmente di natura dolosa che ha distrutto circa 300 sedie, il palco e le pedane di accesso alla spiaggia. Un chiaro messaggio intimidatorio, secondo Gaglianese, e non il primo.
«Temo per la mia incolumità»
«Ho ricevuto le prime intimidazioni dal primo giorno che ho messo piede nel villaggio. Mi dicevano che la mia nomina era stata fatta dalla mafia, che la magistratura ed io eravamo collusi. La mia società ha avuto tre auto in fiamme, abbiamo subito aggressioni anche davanti le forze dell’ordine». Una escalation di episodi, le denunce e ora il timore per la propria incolumità. «Se questa volta non avrò risposte sto pensando di lasciare perché temo per la mia incolumità. Ho avuto delle minacce di morte molto serie. Le forze dell’ordine e la Procura hanno le registrazioni, sanno chi sono, anche perché ci sono dei procedimenti giudiziari penali in corso. Ma non ho molte speranze perché alcuni processi li hanno fatti andare in prescrizione. Mi sento lasciato solo alle istituzioni. Anche le amministrazioni comunali mi hanno ostacolato: avevo fatto richiesta di accesso agli atti per alcune cose poco chiare a tutela del villaggio ma non mi è stato concesso. Ho sentito solo tante parole, tante pacche sulla spalla ma il mio rammarico è che io ho portato delle prove concrete e tangibili e non ho avuto le risposte che mi aspettavo».
L'appello a Salvini
Dunque tanta amarezza nelle parole di Gaglianese che ha deciso di rivolgersi direttamente ai ministri Matteo Salvini e Alfonso Bonafede per chiedere che ognuno per le proprie competenze intraprenda provvedimenti necessari ed urgenti. «Ho mandato una lettera al ministro dell’Interno Salvini, al ministro della Giustizia Bonafede, al suo capo di gabinetto, al senatore e presidente della commissione antimafia Nicola Morra. A tal proposito voglio ringraziare la senatrice Bianca Laura Granato che oltre ad aver espresso la sua solidarietà ha già chiesto al senatore Morra di essere sentito. Ho fiducia in questo nuovo governo e questo è l’ennesimo tentativo».
Per l'imprenditore «La Calabria non ha bisogno di Zes ma di eliminare le Zal, acronimo coniato da me che sta per “zone di assenza di legalità” perché gli imprenditori non vengono più a investire e quelli che ci sono vanno via. Se non c’è sviluppo uno dei motivi è proprio la diffusa mentalità criminale e quando si prepara un business plan credo che una delle voci sia proprio quella relativa alle tangenti da dare alla ‘ndrangheta per poter lavorare».
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