È morto nel carcere di Parma Francesco Barbaro. L’uomo, ritenuto a capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, si trovava all’ergastolo per l’omicidio del brigadiere Antonino Marino, ucciso a Bovalino nel 1990. Secondo quanto si è appreso il decesso di “Cicciu u càstanu” è avvenuto in cella alle 22:40 del giovedì di Ognissanti.

Barbaro condivideva la condanna al carcere a vita con il nipote Antonio Papalia. I due sono stati riconosciuti come gli autori del delitto del brigadiere assassinato 28 anni fa nella Locride.
Le indagini sull’omicidio ebbero una svolta con le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonino Cuzzola che aveva raccontato agli investigatori che erano stati proprio i Barbaro-Papalia ad ordinare l’uccisione del militare per vendicarsi dell’attività investigativa avviata dal Comandante di Stazione sulle cosche presenti nel piccolo comune aspromontano. La Cassazione, non condividendo l’assoluzione in Appello dei due imputati, rinviò nuovamente tutto a Reggio Calabria per una più approfondita valutazione. Fondamentali in tale ottica sono state alcune intercettazioni dell’inchiesta “Platino” relativa alla presenza della ‘ndrangheta in Lombardia, nelle quali si faceva proprio riferimento al brutale assassinio.

Nel corso degli anni Francesco Barbaro, per il suo ruolo di mammasantissima, era diventato il punto di riferimento delle nuove generazioni di criminali legati al traffico e allo spaccio di stupefacenti.