Il sindaco Giusy Caminiti batte i pugni sul tavolo e memore di quanto già avvenuto in passato chiede al Governo di partecipare attivamente al progetto: «Non siamo né a favore né contro, ma di certo non possiamo essere esclusi»
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Villa San Giovanni non ci sta a rimanere spettatrice mentre dall’alto viene deciso come l’intera città cambierà volto. E lo ha detto chiaramente il primo cittadino Giusy Caminiti che, in occasione del primo incontro “No Ponte”, ha ribadito le intenzioni e la posizione dell’amministrazione.
«È una posizione in questo momento, in questa fase, molto preoccupata. Non è una posizione ideologica né di contrarietà né a favore dell’opera sullo Stretto. Noi rivendichiamo con forza di essere la città del ponte».
L’impatto del ponte
Su questo punto il sindaco non intende cedere nella consapevolezza che «L’impatto che l’opera avrà su Villa San Giovanni è ben diverso anche dall’impatto che avrà su Messina. Questa città vuole non essere la città sotto il ponte. Ma se c’è una scelta politica nazionale seria per cui si è già deciso che il ponte si farà allora Villa San Giovanni deve essere tutelata in tutte le sue manifestazioni».
E dopo dieci anni, il terrore diffuso è che si possa riverificare ciò che è già accaduto. Che sia aprano cantieri che sfregino in territorio in modo del tutto inutile. Resta a memoria la cicatrice della Variante di Cannitello. Quell’ecomostro, così è stato ribattezzato, lasciato in eredità dal Ponte che non c’è.
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