La Dda di Catanzaro ricorre alla Corte d'Appello contro la sentenza di prescrizione emessa dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di don Graziano Maccarone, ex segretario particolare dell’allora vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, monsignor Luigi Renzo.

In particolare, il pm di Catanzaro Irene Crea ha appellato la derubricazione in primo grado del reato di tentata estorsione in tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Derubricazione resa possibile dall’esclusione, da parte del Tribunale collegiale di Vibo Valentia, dell’aggravante mafiosa contestata all’imputato per aver – secondo l’accusa – agevolato le attività del clan Mancuso. La caduta dell’aggravante mafiosa ha permesso a don Graziano Maccarone di vedersi dichiarata nel giugno scorso prescritta l’accusa di tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni ai danni di Roberto Mazzocca di Parghelia.

La Dda di Catanzaro non ha invece appellato l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” incassata in primo grado da don Nicola De Luca, 42 anni, di Rombiolo (difeso dall’avvocato Giovanni Vecchio) che diviene così definitiva. Don Nicola De Luca all’epoca dei fatti era il reggente della chiesa Madonna del Rosario di Tropea e rettore del santuario di Santa Maria dell’Isola. Nel corso del processo di primo grado, il pm Irene Crea per don Graziano Maccarone aveva richiesto la condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione, mentre per don De Luca aveva chiesto l’assoluzione. 

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