«A me quello che dicono gli altri poco importa, a me interessa sapere quello che dobbiamo stabilire tutti insieme nelle sedi opportune». Così il presidente facente funzione della Regione Calabria, Nino Spirlì, a margine di una conferenza stampa a Catanzaro, ha commentato la dichiarazione dell'assessore lombardo Letizia Moratti secondo cui la priorità nella distribuzione del vaccino dovrebbe essere riservata alle regioni con il Pil più alto.

«C'è – ha detto Spirlì - questa continua polemica che si cerca di alimentare tra il Nord e il Sud, il Nord contro il Nord, l'Est con l'Ovest, il Sud contro il Sud, una guerra tra poveri. Io ritengo che quello che stiamo facendo ha fatto capire a tutta l'Italia quanto questa Calabria sia forte, combattiva, che non molla a nessuno, men che meno ai polemici di turno, il controllo della situazione. L'importante è sapere cosa facciamo noi in casa nostra, poi chi sbaglia in casa propria si assume le responsabilità».

«Tutti avranno la seconda dose»

«La Calabria – ha sostenuto il presidente facente funzione della Giunta calabrese - deve recuperare quel periodo in cui non siamo arrivati per tempo. Però posso dire che, nonostante non sia bella la maglia nera, con quello che sta succedendo in questo momento con Pfizer Biontech che non solo non garantisce i tempi ma adesso non garantisce nemmeno le quantità, essere riusciti a tenere qualche fiala in più, nell'errore o nella lentezza, quello che vi pare, adesso sta tornando utile. Ci sono infatti Regioni che stanno avendo in questa fase grossissimi problemi a fare la seconda dose: allora, nella sciagura, probabilmente la Calabria ancora una volta è stata benedetta da Dio, perché quanto meno copriremo totalmente quelli che hanno avuto la prima dose e avranno sicuramente la seconda dose».

«Speriamo che nelle prossime settimane, con dosi ridotte perché già ci hanno detto che delle 13mila che arriveranno ce ne manderanno 8mila, anche se non sappiamo quando, cominceremo a fare una a una, perché altrimenti tra 21 giorni potremmo non poter coprire quello che resterebbe scoperto in questa fase».

I ritardi della campagna vaccinale

«Noi – ha esordito Spirlì - abbiamo avuto un rallentamento, perché quando sono arrivati i primi vaccini, il governo, mentre ci mandava le fiale per fare i primi vaccini, allo stesso tempo chiedeva al commissario ad acta e al presidente della Regione, che comunque doveva dare una sorta di intesa, di cambiare tutti i direttori generali dell'Asp e degli ospedali. Si sa che quando manca la testa, cioè chi deve organizzare, è chiaro che si crea un momento di sbandamento, ed è normale che nella prima settimana, nella quale c'erano gli uscenti ma non ancora gli entranti, c'è stato un rallentamento, ma poi ci sono stati luoghi in cui in tre giorni sono state vaccinate 1800 persone».