VIDEO | Giuseppe Barbieri, 18 anni, frequenta l’indirizzo di scienze applicate del Liceo Valentini di Castrolibero. Le finali si sono svolte a Biella dal 22 al 24 settembre scorsi
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Giuseppe Barbieri ha iniziato a parlare la lingua della programmazione digitale già in tenera età. La passione, alimentata dalla curiosità e consolidata durante gli studi superiori al Liceo Valentini di Castrolibero, dove è attivo l’indirizzo delle scienze applicate, lo ha condotto a rappresentare la Calabria alle fasi nazionali delle olimpiadi di informatica, ospitate a Biella dal 22 al 24 settembre scorsi, dove lo studente diciottenne ha conquistato una prestigiosa medaglia d’argento.
Unico ammesso dalla Calabria
All’appuntamento è giunto in qualità di unico elemento proveniente dalla nostra regione. Il docente di riferimento, Gianluca Palmieri, ne ha curato la preparazione. Il professor Francesco Rende lo ha invece accompagnato nella trasferta in terra piemontese. «È un successo per la scuola ed è un successo personale per il ragazzo – dice la dirigente Maria Gabriella Greco - Testimonia l’avanguardia dell’indirizzo di scienze applicate in cui l’informatica costituisce una delle materie caratterizzanti, in grado di attrarre l’interesse delle nuove generazioni. Per noi è un orgoglio aver partecipato alla competizione. È indice di una propensione verso l’innovazione. Lo stesso Ministero dell’Istruzione, con il Piano Nazionale Scuola Digitale, ci orienta verso questo orizzonte – ricorda la dirigente - I ragazzi devono essere competenti nel settore ed avere un indirizzo così profilato rappresenta per loro una opportunità in più da spendere sul territorio».
Nativi digitali
103 nel complesso i finalisti. La prova è durata cinque ore ed è consistita nello scrivere un programma di risoluzione di quattro problematiche, seguendo i principi di efficacia e di efficienza. In sostanza, sono state premiate le soluzioni più semplici da applicare, più rapide e con un minor dispendio in termini di utilizzo di memoria informatica. «Una prova di programmazione competitiva – dice Giuseppe Barbieri – alla quale mi ero preparato con numerose simulazioni». Non basta essere nativi digitali per un corretto approccio con l’informatica: «Tutti i miei coetanei sono in grado di utilizzare uno smartphone – spiega il giovane programmatore – ma c’è una differenza tra la fruizione di uno smartphone e la realizzazione delle applicazioni che vi vengono installate e che sono il frutto di una sequenza di codici da cui poi derivano quegli automatismi che determinano il funzionamento delle applicazioni stesse».
In testa una start up
Il Dipartimento di Ingegneria informatica, uno dei fiori all’occhiello dell’Università della Calabria, sembra essere il luogo dove Giuseppe, frequentante il 5° B e dunque prossimo alla maturità, è destinato probabilmente a proseguire il proprio percorso alla ricerca di uno sbocco professionale. In testa ha già qualche idea per una eventuale start up, rivela: «Ma non posso parlarne in pubblico» aggiunge con la consapevolezza di chi conosce l’importanza in questi casi, di tutelarsi adeguatamente per proteggere brevetti e proprietà intellettuale.