La struttura gode di accreditamento regionale ed è stata ricavata nei locali del centro sanitario. Obiettivo sensibilizzare i giovani a compiere un gesto di solidarietà semplice e però fondamentale per salvare delle vite
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Il centro di raccolta sangue inaugurato dall’Avis nel centro sanitario dell’Università della Calabria è il primo punto di donazione stabile in Italia allestito all’interno di un ateneo. Un incentivo per la popolazione studentesca ad acquisire la buona abitudine di compiere un gesto di solidarietà semplice e però fondamentale per salvare delle vite.
Cerimonia di apertura
La cerimonia di apertura ha registrato la partecipazione di numerose autorità accademiche e scientifiche. Sono intervenuti tra gli altri Patrizia Piro, Pro-Rettore con delega al Centro residenziale; Sebastiano Andò, tra i fondatori del Centro sanitario universitario; Daniela Bonofiglio, presidente del Comitato tecnico scientifico del Centro sanitario; Vincenzo Pezzi, direttore del Dipartimento di Farmacia e Scienze della salute e della nutrizione; Marcello Maggiolini, coordinatore del corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’ateneo di Arcavacata; Francesco Zinno, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. E ancora Fausto Aguzzoni, vicepresidente vicario nazionale dell’Avis, il presidente regionale dei volontari del sangue Franco Rizzuti, la consigliere provinciale Avis Cosenza Antonietta Bomparola e Veronica Bruno, presidente della sede Avis di Rende dedicata alla memoria di Maria Capizzano, a cui il punto di donazione dell’Unical fa riferimento.
Ricambio generazionale
Si può donare il sangue fino al compimento dei 65 anni di età, senza alcun pericolo per la propria salute. Al contrario: chi dona il sangue viene costantemente monitorato con esami gratuiti utili quindi per la prevenzione. «Penso che questo ambulatorio costituisca davvero una grande realizzazione – ha detto ai microfoni del nostro network Fausto Aguzzoni - Portare un punto fisso di raccolta del sangue in un’area popolata da 30 mila giovani significa dare valore a questo luogo e contribuire a radicare quella cultura della solidarietà che si trasforma nel tempo in capitale sociale per le nostre comunità. Donare il sangue può salvare la vita – ha poi ricordato il vicepresidente nazionale Avis - Il sangue è un farmaco indispensabile per la vita dell'uomo, ma non può essere riprodotto in laboratorio. Quindi allargare la cerchia dei donatori di sangue è sicuramente un'opera sociale e sanitaria di grandissimo valore».
Anche questa è formazione
«Noi ci auguriamo che i ragazzi possano rispondere massivamente – ha detto Daniela Bonofiglio – Anzi, ne siamo certi perché già in passato la grande comunità studentesca dell’Unical, anche attraverso le associazioni presenti nel campus, sono stati al nostro fianco nelle campagne di promozione della salute. Anche questa è formazione – ha aggiunto la presidente del Comitato tecnico scientifico del Centro sanitario -L'iter di realizzazione dei locali secondo gli standard di accreditamento regionale è stato lungo e complesso, ma siamo arrivati al traguardo».