FOTO - VIDEO | L'arcivescovo di Crotone Angelo Raffaele Panzetta: «Siamo animati dalla speranza e in spirito d'unione nel silenzio e in preghiera, dietro la Croce salvifica». All'iniziativa è presente anche l'imam Mustafa Achik (ASCOLTA L'AUDIO)
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Una migliaio di persone ha partecipato alla Via Crucis organizzata dalla Vicaria di Belcastro e di Isola Capo Rizzuto in memoria dei migranti vittime del naufragio di domenica scorsa a Steccato di Cutro.
In testa al corteo la croce realizzata, su incarico di don Francesco Loprete, parroco di "Le Castella" di Isola Capo Rizzuto, dall'artista Maurizio Giglio con i resti del barcone affondato. «Abbiamo voluto realizzare questa croce - ha detto don Francesco - per ricordare i tanti innocenti morti nel naufragio. Questo dramma non si cancellerà mai dalle nostre menti. Dopo duemila anni Cristo è ancora in Croce». Alla Via Crucis partecipa l'arcivescovo di Crotone, monsignor Angelo Raffaele Panzetta. «Siamo qui - ha detto il presule - animati dalla speranza e in spirito d'unione con i nostri fratelli musulmani, nel silenzio e in preghiera, dietro la Croce salvifica».
All'iniziativa è presente anche l'imam della moschea di Cutro, Mustafa Achik, alcuni sindaci e anche i vescovi di Cosenza e di Lamezia Terme, Giovanni Cecchinato e Serafino Parisi.
Nel corso dell'iniziativa sono state lette preghiere incentrate sulle vittime e sulla necessità di evitare che in futuro possano ripetersi tragedie simili. «Signore Gesù - è stato detto in una delle preghiere - è facile portare il crocifisso al collo o appenderlo come ornamento sulle pareti delle nostre belle cattedrali o delle nostre case. Ma non è altrettanto facile incontrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi: i senza fissa dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati costretti a fare viaggi inauditi e a vivere nella precarietà ai margini della nostra società, dopo avere affrontato sofferenze inenarrabili. Purtroppo, questi viaggi senza sicurezza infrangono i sogni e le speranze di migliaia di donne e uomini emarginati, sfruttati, dimenticati, perseguitati e abbandonati da tutti. Bisogna impegnarsi tutti perché tragedie simili non accadano mai più».
Nelle preghiere si sono ricordati «i naufraghi morti, i dispersi ma anche i sopravvissuti del naufragio. Tutti vittime - è stato detto - delle nostre chiusure, dei poteri e delle legislazioni, della cecità e dell'egoismo, ma soprattutto del nostro cuore indurito dall'indifferenza. Una malattia di cui anche noi cristiani soffriamo».
La croce, a conclusione del rito, sarà donata alla parrocchia di Steccato di Cutro. (Fotogallery Ansa)