C’è una stella in più che brilla in Aspromonte, è quella di Nino Rossi nuovo chef stellato della cucina calabrese. Il prestigioso riconoscimento della Guida Michelin è il giusto premio per un giovane cuoco, che ha saputo trasformare l’isolamento del territorio aspromontano in un punto di forza della sua cucina creativa, con la quale delizia i palati più esigenti che ogni giorno scelgono il suo ristorante, il Qafiz, in località Calabretto di Santa Cristina d’Aspromonte. Salgono così a 5 i locali stellati in Calabria.


«È un’enorme soddisfazione il risultato che abbiamo ottenuto - dichiara Rossi -, anche un po’ impensabile in un posto così sperduto. Noi, però, abbiamo vissuto il nostro territorio non come un limite, ma come un impulso molto forte per fare la nostra cucina creativa, fatta di tanta conoscenza dei boschi che ci circondano e del mare. Viviamo in un posto felice perché siamo a 20 minuti dal mare e 20 dalla montagna e nei piatti ci esprimiamo nel modo migliore possibile mettendo in pratica queste conoscenze e facendo molta attenzione alle materie prime».

 

Quella dello chef Rossi è stata una scelta coraggiosa. Dopo tanti anni vissuti a Roma ha deciso di tornare in Calabria e recuperare la dimora di famiglia per trasformarla di una bellissima struttura ricettiva immersa nel verde e in un ristorante gourmet.
I riconoscimenti sono importanti, ma dietro c’è un duro lavoro e tanto amore per i frutti di un territorio che Rossi usa sapientemente per i suoi piatti.

 

«L’amore con la Calabria non è mai finito - rimarca -. Sono calabrese doc, ho vissuto tanto tempo a Roma ma sempre da calabrese e quando ho deciso di tornare e trasformare la dimora storica della mia famiglia in questa struttura mi sono trovato a casa, non è stato uno choc il passaggio dalla metropoli all’Aspromonte.Proprio per questo motivo il progetto di Qafiz ha senso solo in Calabria, non lo avrebbe in nessuna parte d’Italia, anche se da qualche altra parte sarebbe più facile per il tipo di cucina ricercata che facciamo e più redditizio».
E dietro il riconoscimento nella bibbia della ristorazione mondiale c’è tanta fatica e dedizione.

 

«C’è un lavoro molto grande dietro un risultato del genere - conclude -. Intanto ho la mia spalla, Rossella Audino, che è la direttrice del ristorante e un gruppo di giovani under 20 in cucina e in sala. Tutti insieme formiamo un team molto affiatato e lavoriamo sodo. Per capirlo, basti pensare che venerdì abbiamo ricevuto il premio, sabato abbiamo fatto il servizio di cena e domenica quello per il pranzo. La cucina presuppone un lavoro duro nel quale devi essere sempre concentrato».

 

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