Sei ore su ventiquattro incollati allo schermo di uno smartphone. Gli adolescenti perdono in media un giorno alla settimana per navigare sui social, condividere foto e contenuti, scrollare, messaggiare, mettere like. Ed ogni azione produce una risposta dopaminergica. Una subdola scarica di piacere che porta alla dipendenza.

Giornata formativa

Nella giornata di formazione Navighiamo sicuri nella rete e nella vita, promossa al teatro Rendano di Cosenza dall’Associazione Jole Santelli in collaborazione con la onlus La Caramella Buona, da vent’anni impegnata nella lotta alla pedofilia e nella tutela dei minori, Roberta Bruzzone, psicologa e criminologa tra le più note ed apprezzate nel panorama nazionale, si è rivolta senza fronzoli ai ragazzi, esplorando il lato oscuro del digitale, senza tabù anche nell’affrontare la delicata sfera della sessualità e dei rischi di postare immagini esplicite.

Genitori assenti

Il dialogo ed il confronto una necessità per creare consapevolezza, ma i ragazzi pagano soprattutto l’indifferenza dei genitori: «Il problema principale è che molti di loro hanno abdicato al loro ruolo ed affidano ai social media ed alle nuove tecnologie, dei compiti educativi che chiaramente questi strumenti non sono idonei a svolgere. Per cui gli adolescenti si trovano ad affrontare minacce concrete senza che nessun adulto abbia mai insegnato loro a difendersi efficacemente da questo tipo di scenari. Viviamo in un’epoca di sostanziale abbandono e di barriere digitali tra genitori e figli spesso invalicabili. Anche sotto il profilo delle normative vigenti non vi sono adeguate tutele. Contrastare questo tipo di fenomeni è complesso. C’è ancora una sostanziale distanza tra le competenze ed i mezzi a disposizione delle forze di polizia e quelli nella disponibilità delle organizzazioni che si dedicano invece in maniera sistematica alla tecnologia in chiave criminale. E spesso la minaccia arriva da paesi esteri in cui le normative non sono omogenee rispetto a quelle italiane. Per questo bisogna operare nell’alveo della prevenzione e quindi della formazione».

Le parole chiave del pericolo digitale

Non solo dipendenza. Isolamento, ossessione, esasperazione sono le altre parole chiave della giornata di studio che ha coinvolto gli alunni delle scuole secondarie di primo grado della città e del comprensorio. Il tempo di questi ragazzi è la principale fonte di lucro dei colossi della rete, la loro attività si svolge in una condizione di sostanziale deregulation: «Possiamo testimoniare e dimostrare che le multinazionali hanno responsabilità importanti nel rendere il web un universo senza regole e pericoloso per i ragazzi – conferma Roberto Mirabile presidente della onlus La Caramella Buona - Anche quando affrontiamo un caso giudiziario ci troviamo normalmente davanti un muro di gomma poiché le sedi di queste grandi aziende sono all’estero e quindi risulta quasi impossibile costringerle a rispondere del loro agire fuori dalla legalità».

Nel solco dell'azione politica di Jole

Quello dell’Associazione Jole Santelli un consolidato impegno nel proseguire l’azione politica e sociale nel solco dell’attività condotta dall’indimenticata parlamentare e presidente della Regione Calabria: «Ci piace lavorare con i ragazzi perché l’educazione dei nostri giovani, e garantire loro un futuro ed una prospettiva migliore, era tra le prerogative delle funzioni svolte da Jole – ricorda commossa la sorella Roberta Santelli – Questa tematica è di stringente attualità: gli adolescenti si trovano a navigare in un mondo sconfinato e spesso sconosciuto e non semplice da comprendere. Hanno necessità di essere indirizzati verso l’uso corretto della rete. La presenza di una professionista esperta come Roberta Bruzzone è senza dubbio in questa ottica, un valore aggiunto».

Il ruolo delle istituzioni

«I nostri figli sono dei nativi digitali – ha aggiunto Paola Santelli – Probabilmente comprendono i rischi della rete ma non hanno conoscenza della metodologia comportamentale da seguire per tutelarsi. Credo sia arrivato il momento per realizzare le basi di un sistema strutturato di educazione al corretto uso della rete e delle nuove tecnologie». Anche l’assessore regionale Gianluca Gallo, ha dato il proprio contributo al dibattito, intervenendo in rappresentanza del presidente Roberto Occhiuto: «Le istituzioni devono fare la loro parte – ha sostenuto – Le insidie dei nuovi strumenti di comunicazione sono silenti ma dannose per la comunità. Bisogna insegnare ai nostri ragazzi ad utilizzare la rete con le dovute cautele».