Un anno senza Marcello. Senza un professionista, un collega, un amico. Marcello è spirato all’ospedale Annunziata di Cosenza il 22 giugno dello scorso anno dopo 13 giorni di agonia. Marcello è spirato, proprio mentre medici, familiari e amici, dopo timidi segnali di ripresa, speravano nel suo risveglio.


Marcello, quel maledetto 9 giugno, è a Gizzeria Lido. Ha appena indossato la muta per entrare in acqua e dedicarsi a una delle sue grandi passioni: il kitesurf. Poi il crollo, la corsa in ospedale. Prima a Lamezia Terme, poi a Cosenza e qui il delicato intervento chirurgico. Il quadro clinico appare già subito molto grave. I giorni passano, la disperazione cresce. Poi le prime reazioni, timidi segnali di ripresa, la speranza del trasferimento nella Clinica del risveglio di Crotone. Non c’è stato tempo. Marcello è morto.


Centinaia le persone presenti al funerale. Gremita la Cattedrale di Lamezia. Familiari, parenti, amici, colleghi, politici e amministratori locali. I visi solcati dalle lacrime. Le parole toccanti del sacerdote che racconta di Marcello e del suo rapporto con la fede, quella fede che da quel giorno è diventata speranza per la moglie Nunzia e per la figlia Maria Francesca.