Una folla commossa ha reso, nel pomeriggio di oggi, l’ultimo saluto a Stefano Piperno, l’insegnante 34enne di Nicotera ucciso nel giugno scorso e ritrovato carbonizzato all’interno della sua auto in località Britto nella frazione Preitoni della cittadina tirrenica vibonese. Le esequie si sono svolte - a quasi cinque mesi di distanza dall’omicidio - nel santuario di San Francesco di Paola, alla presenza dei più stretti congiunti del giovane impegnato nell’alfabetizzazione dei migranti nel locale centro d’accoglienza. Non a caso ai funerali hanno preso parte anche diversi migranti, ospiti del Cas gestito dall’associazione siciliana Acuarinto, che già nei mesi scorsi avevano partecipato ad una fiaccolata per chiedere giustizia sulle sorti del loro giovane docente.


Su quel delitto i carabinieri della Compagnia di Tropea, con il coordinamento della Procura di Vibo Valentia, avevano chiuso il cerchio nel giro di poco più di due mesi arrestando, il 4 settembre scorso, Francesco ed Ezio Perfidio, padre e figlio di Nicotera, ritenuti responsabili dell’omicidio e della distruzione del cadavere del 34enne. Alla base dell’omicidio vi sarebbe, secondo le risultanze investigative, un debito di droga non saldato. Nei giorni scorsi il Tribunale del riesame di Catanzaro ha depositato le motivazioni del provvedimento emesso a carico dei due presunti responsabili, nel quale si esclude la gravità indiziaria nel concorso in omicidio a carico del padre ma si dispone comunque la sua permanenza in carcere così come per il figlio.   

 

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