Due i rinvii a giudizio e un proscioglimento  per i tre indagati coinvolti nell'operazione della Guardia di finanza di Catanzaro denominata "Verdeoro", dal nome della Cooperativa al centro dell'inchiesta  su una presunta truffa che sarebbe stata perpetrata da un imprenditore agricolo di Satriano per ottenere illecitamente contributi comunitari volti a finanziare l'avvio e lo sviluppo di colture biologiche per circa mezzo milione di euro. Il giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro, Assunta Maiore, ha rinviato a giudizio Francescantonio Matozzo, imprenditore agricolo e presidente del Cda della cooperativa Verdeoro, e lo stesso Ente, per i quali il processo inizierà il 25 giugno. E' stato  prosciolto dalle accuse Franco Nicola Cumino, dirigente generale del dipartimento Foreste, Forestazione, Caccia e Pesca della Regione Calabria, difeso dall'avvocato Carlo Petitto, che anche ottenuto per il suo assistito il dissequestro dei beni. L'inchiesta scattò in seguito a diversi esposti  di un gruppo di agricoltori del Soveratese  che chiese alla Procura di verificare l'eventuale commissione di illeciti compiuti dalla Verdeoro in relazione ai contributi pubblici che le erano stati erogati . Secondo le accuse formulate sulla scorta degli elementi raccolti  dai militari delle Fiamme gialle, il presidente della cooperativa "Verdeoro",  avrebbe avuto la possibilità di partecipare ai programmi regionali agro – ambientali e di poter indebitamente beneficiare, dal 2001 al 2008, di contribuzioni pubbliche. Nell'inchiesta erano finiti sotto accusa altri due indagati, rispetto ai quali la Procura non chiese il rinvio a giudizio, perché nel frattempo era intervenuta la prescrizione. A maggio 2014 gli inquirenti chiesero e ottennero dall'autorità giudiziaria un provvedimento di sequestro di beni mobili e immobili per un valore corrispondente alla presunta truffa, provvedimento che oggi è venuto meno per Cumino  rientrato in possesso dei suoi beni.


Gabriella Passariello