Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Il Giudice per le indagini preliminari di Lamezia Terme ha e revocato il sequestro preventivo per equivalente dei beni di Antonio Molinaro. Il sequestro per equivalente dei beni di Molinaro pari a 799.000 euro, era stato disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lamezia Terme con decreto del 16 giugno 2015 nell'ambito di un' operazione della Guardia di Finanza di Lamezia Terme con la quale vennero sequestrati in totale beni per cinque milioni di euro. Il provvedimento di sequestro, emesso dal Tribunale di Lamezia Terme, riguardava inizialmente 24 persone e 6 società a Lamezia Terme e Cosenza.
Le misure cautelari si inquadravano nell'ambito di un'indagine su una presunta truffa riguardante l'indebita percezione di contributi dall'Unione europea e dallo Stato. Il Giudice Carlo Fontanazza ha ritenuto condivisibili le indicazioni difensive prospettate dai procuratori di Molinaro, gli avvocati Antonella Pagliuso e Aldo Ferraro.
Secondo l'accusa, i contributi non sarebbero stati finalizzati all'occupazione di lavoratori appartenenti a categorie svantaggiate e di disabili ma destinati ad altri scopi. Alle persone coinvolte nell'indagine furono contestati i reati di associazione per delinquere, falso e truffa aggravata ai danni dell'Unione europea e dello Stato. Lo scopo dell'associazione, avrebbe dovuto essere, a dire degli inquirenti, quello di fare ottenere indebiti contributi pubblici a diverse imprese principalmente attraverso la produzione e l'utilizzo di falsa documentazione. Sulla scorta di tali motivazioni la Procura di Lamezia Terme, rappresentata dal pubblico ministero Santo Melidona aveva richiesto e ottenuto il sequestro preventivo per equivalente nei confronti di Antonio Molinaro che è stato revocato.
Lo scorso 23 febbraio, infatti, i due avvocati lametini Pagliuso e Ferraro avevano chiesto la revoca della misura patrimoniale disposta neri confronti del loro assistito sulla base di taqlcune argomentazioni condivise integralmente dal Giudice per le Indagini preliminari di Lamezia Terme, che hanno portato alla restituzione al Antonio Molinaro di tutti i beni di cui doveva essere disposta la definitiva confisca. Pagliuso e Ferraro si dichiarano soddisfatti del risultato raggiunto ricordando che "il provvedimento di oggi, ancora una volta, è la prova del duro e meticoloso lavoro svolto negli anni dall'avvocato Francesco Pagliuso, oggi portato avanti da noi con la stessa determinazione e con la stessa passione ed abnegazione che lo hanno sempre contraddistinto facendo di lui l'avvocato e non un avvocato". (Agi)