Il comandante dei carabinieri Marco Pedullà: «All'origine di quanto successo un gesto imprudente di una delle vittime, rimasta intossicata dal monossido di carbonio»
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Un gesto imprudente all’origine della tragedia avvenuta questa mattina a Paola, in località San Miceli. A spiegarlo è il capitano Marco Pedullà, comandante della Compagnia dell’Arma di Paola: «Abbiamo rinvenuto i cadaveri di quattro uomini e secondo i nostri riscontri, uno di loro, imprudentemente, si è calato nella vasca di decantazione del vino per smuovere il mosto che ha però delle esalazioni tossiche prodotte dal monossido di carbonio. La prima persona, dunque, ha perso i sensi, gli altri tre hanno cercato di salvarlo ma sono rimasti intossicati e deceduti a loro volta. Poi è sopraggiunta la donna, di 35 anni, sempre per soccorrere gli altri congiunti, rimasta intossicata ma che, fortunatamente, non è in pericolo di vita».
Quattro le persone morte a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d'uva. Si tratta di Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio di 70 e 40 anni, e dei fratelli Giacomo e Valerio Scofano, di 70 e 50 anni (cognati di Santino Carnevale). Con loro anche una donna, trasferita all’ospedale di Cosenza in elisoccorso ma che, come riferisce il capitano Pedullà, è fuori pericolo.
Tre delle vittime sono state trovate all'interno della vasca mentre una quarta si trovava quasi all'esterno del locale forse nel tentativo di uscire. A poca distanza è stata trovata invece la donna.
Secondo quanto dichiarato dal procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni, il locale in cui sono state ritrovate le vittime non era sufficientemente arieggiato.