Un post sulla pagina ufficiale di promozione turistica della regione guidata da Zaia scatena le polemiche sui social. «Restituiteci la refurtiva» (ASCOLTA L'AUDIO)
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«No, non sei in cima all’Acropoli di Atene, e neppure a passeggio, accaldato e a rischio insolazione tra qualche rovina della Magna Grecia. Questo è il Veneto che sa sorprendere». Il post pubblicato sulla pagina ufficiale della Promozione turistica della Regione Veneto è dello scorso 5 aprile, ma a distanza di qualche giorno sta facendo ancora discutere in rete. A pubblicarlo la pagina ufficiale della promozione turistica della Regione governata da Luca Zaia per presentare il museo archeologico Concordiese di Portogruaro, nell’hinterland di Venezia. «La sua collezione – si legge - conserva materiali provenienti quasi esclusivamente dall’antica colonia romana di Iulia Concordia, rinvenuti grazie a scoperte del tutto fortuite da parte dei ‘cavatori’ di pietre della zona. Non te lo aspettavi vero?».
In effetti una caduta di stile, con allusioni al limite del denigratorio alle poche aree archeologiche, secondo il social media manager colpevolmente esposte al sole, sparse lungo la fascia ionica calabrese tra Locri e Monasterace, Capo Colonna e Sibari se l’aspettavano in pochi. La gaffe non è passata inosservata agli occhi dei circa 300 mila followers della fanpage “Visit Veneto”, i quali hanno espresso tutto il loro disappunto per quello che a tutti è apparso come un clamoroso colpo basso. «Riportateci la refurtiva» scrive un utente. E poi ancora: «Noi in Sicilia abbiamo un museo a cielo aperto, reperti greci a non finire e vengono da tutto il mondo, anche con il caldo. Pretendiamo un post di scuse».
Gli addetti ai lavori la chiamano pubblicità comparativa. Di certo promuovere i propri siti cercando maldestramente di screditare quelli altrui non sembra a naso una strategia di marketing che porta lontano. Ne sa qualcosa il massmediologo col gusto della provocazione Klaus Davi, che due anni fa in piena pandemia realizzò uno spot promozionale per la Calabria facendo infuriare proprio Zaia. Senza dimenticare un post del 2020 comparso sulla pagina Facebook della compagnia aerea Easy Jet, secondo cui la Calabria «soffre di un’evidente assenza di turisti a causa della sua storia di attività mafiosa e di terremoti». Seguirono rimozione del contenuto con tanto di scuse. Accadrà anche stavolta?