Il 15enne ha lasciato l'ospedale Jazzolino dove era ricoverato per trascorrere il Capodanno in famiglia. La madre: «Grazie a chi ci è stato vicino»
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Arrivano buone notizie per quanto riguarda il giovane di San Calogero pestato a sangue da un “branco” di coetanei a Paravati la sera di Natale. Il 15enne, infatti, ha lasciato il reparto di Pediatria dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia – dove era stato ricoverato in seguito alle ferite riportate nell’aggressione – e sta trascorrendo il giorno di Capodanno a casa propria, con la sorella e i rispettivi genitori. Scongiurati danni gravi a livello otorino-laringoiatra, i sanitari del nosocomio vibonese rimangono tuttavia in attesa di capire l’entità della problematica che sta interessando un occhio del ragazzo, in particolare a livello di retina. In questo senso, però, per saperne di più e scongiurare danni permanenti bisognerà attendere che si riassorba il grosso ematoma provocato sul bulbo oculare dai colpi ricevuti.
«Mio figlio – sottolinea oggi la mamma del 15enne – la sera di Natale è rinato di nuovo come il Bambinello Gesù. Ringrazio Dio per questo, ma anche medici, forze dell’ordine e le persone che ci sono state vicino in questi momenti di dolore e preoccupazione. In particolare la signora che abitava in una casa vicina a luogo dell’imboscata, la quale in quelle tragiche fasi lo ha accudito come una mamma, attendendo l’arrivo dell’ambulanza». Il giovane ritornerà in questi giorni in ospedale per i controlli del caso. Poi, i medici, decideranno il da farsi.
Il 15enne è stato pestato a sangue da coetanei, nell’area antistante il Palatenda della frazione di Mileto. In un primo tempo era stato trasportato dai sanitari del 118 presso il reparto di Chirurgia maxillofacciale di Catanzaro. Alla base del pestaggio ci potrebbe essere un semplice stiker (adesivo), immesso in un gruppo presente su una piattaforma mediatica. Per quanto riguarda le indagini dei carabinieri, accorsi prontamente sul luogo, al momento sono rivolte ad individuare tutti gli artefici dell’agguato, nello specifico acquisendo eventuali testimonianze ed elementi. Tra questi, le immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti in zona.