Il clamore mediatico accelera certamente. Già ieri sera infatti i rappresentanti degli studenti avevano ricevuto rassicurazioni dal sindaco circa i tempi celeri che avrebbero portato alla disinfestazione al Liceo Scientifico Filolao di Crotone dove era stato inevitabile far emergere che scorrazzavano topi e blatte.

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Giovanni Amoruso, Alessia Siciliani, Noah Cuomo, Benedetta Geracitano, Mattia Varano e Maria Chiara Camposano, rappresentanti d’Istituto degli studenti e componenti la Consulta cittadina studentesca, avevano, già ieri sera, desistito, incassata anche la solidarietà di Gravina e Pitagora su tutti, nel portare avanti la manifestazione di fronte alla Provincia di Crotone, perché, appunto, rassicurati sulla tempistica riguardo la disinfestazione che, già questa mattina, è effettivamente poi partita, almeno con il sopralluogo dei mezzi e risorse umane dell’Asp.

Si sono fatti trovare di fronte all’istituto i ragazzi, anche per spiegare che sia la dirigenza scolastica che i rappresentanti istituzionali avevano compreso che il loro attivismo era finalizzato a smuovere tempistiche della burocrazia che non sono sempre compatibili con il legittimo desiderio di fruire di una scuola attenta anche a ciò che circonda la scuola stessa ed i suoi edifici, che non possono non assicurare innanzitutto minime condizioni di decenza sanitaria. Poi l’auspicio è quello di aiutare la società tutta a non assuefarsi ad una situazione così degradante del quartiere Acquabona: «Oramai ci si è abituati a questo degrado socio sanitario» sottolinea Maria Chiara Camposano, che conosce benissimo gli interventi della Questura e di più filoni di indagini che hanno smascherato, negli anni, come gli edifici abbandonati dell’ex biblioteca e poi uno dei tanti plessi del Gravina, giusto per fare un esempio, siano risultati essere deposito di armi e droga.

E se Amoruso tiene a ringraziare sindaco e dirigenza per le risposte alle sollecitazioni che già tentavano di dare alla situazione, di certo c'è che gli interventi comporteranno certamente più giorni di impegno da parte degli addetti che devono completare la derattizzazione e disinfestare anche gli ambienti circostanti.  

Così come hanno più che giustamente sottolineato che il problema non può essere affrontato come il danno di una comunità rom (ammesso che si possa considerare ancora tale), ma il fatto che smercio e deposito di droghe è, di fatto, tollerato come, e forse più, che in altre zone degradate della città. Nessun accenno di polemica sterile ha mai fatto capolino in questi ragazzi maturi ed equilibrati che però attendono, come tante altre generazioni passate, di vedere affrontato il problema di un pezzo centrale della città, che è oggettivamente ostaggio di illegalità e illiceità non sostenibili, figuriamoci da chi si appresta a diventare classe dirigente presente e futura. Concetti molto più “inquinanti” di topi e blatte che, in questo contesto, sono oggettivamente immuni da disinfestazioni temporanee.