E' accusato in concorso con l'avvocato Maria Tassone di corruzione in atti giudiziari. Secondo la Dda di Catanzaro il giudice avrebbe favorito la donna in cambio di prestazioni sessuali
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Un nuovo decreto di giudizio immediato è stato notificato nei giorni scorsi all'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, rimasto coinvolto lo scorso gennaio nell'inchiesta sul giro di mazzette e corruzione negli uffici giudiziari catanzaresi.
Il Gip del Tribunale di Salerno ha di nuovo disposto il giudizio immediato nei confronti di Marco Petrini, accusato in concorso con l'avvocato Maria Tassone di corruzione in atti giudiziari. Secondo la ricostruzione della Procura di Salerno, l'ex magistrato avrebbe favorito o promesso aiuto all'avvocato ricevendo in cambio prestazioni sessuali, documentate dalla Guardia di Finanza di Crotone, in almeno due occasioni avvenute negli uffici della Commissione Tributaria provinciale, di cui Petrini era presidente. Per l'avvocato Maria Tassone erano stati disposti gli arresti domiciliari, poi revocati dal Tribunale della Libertà di Salerno, che aveva escluso la gravità indiziaria e anche l'ipotesi di mercimonio alla base dei rapporti intercorsi tra i due.
Il nuovo procedimento che prenderà il via il prossimo 19 ottobre al Tribunale di Salerno rappresenta uno stralcio dell'inchiesta Genesi, che vede imputati per i reati di corruzione in atti giudiziari oltre a Marco Petrini anche Vincenzo Arcuri, Luigi Falzetta, Emilio Santoro, Francesco Saraco e Giuseppe Tursi Prato. Per questi ultimi il processo, sempre con rito immediato, si è aperto lo scorso 9 giugno. In quella occasione l'ex presidente di sezione della Corte d'Appello, Marco Petrini, difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro ha chiesto ed ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato.