«Le condotte ascritte a Marco Petrini rappresentano una patente violazione dei dettami fondamentali della funzione giurisdizionale e di coordinamento esercitata all'interno dello Stato-apparato in favore della collettività». Si sono costituiti parte civile nel processo - scaturito dall'Inchiesta Genesi - che si sta celebrando con rito abbreviato al Tribunale di Salerno, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministero della Giustizia con lo scopo di ottenere «il risarcimento di tutti i danni patrimoniali procurati dalle condotte rilevanti dell'imputato a danno delle amministrazioni». Due milioni e mezzo la richiesta risarcitoria avanzata questa mattina dall'Avvocatura dello Stato, somma che si andrà ad aggiungere a quella già invocata in precedenza del valore di 5 milioni di euro.

Riunificazione dei fascicoli

Nuovo colpo di scena nel procedimento a carico dell'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro, Marco Petrini, coinvolto nell'inchiesta che lo ha portato nel gennaio scorso all'arresto con l'accusa di corruzione in atti giudiziari. Questa mattina a Salerno si è svolta una nuova udienza del processo con rito abbreviato che vede indagati anche Emilio Santoro (ex dirigente Asp Cosenza considerato dagli inquirenti faccendiere di Petrini) e Francesco Saraco (avvocato). Il Gup del Tribunale di Salerno ha accolto la richiesta dell'avvocato Francesco Calderaro, decidendo per la riunificazione in unico fascicolo dei due procedimenti a carico di Marco Petrini, oggi non comparso in udienza per motivi di salute e, in particolare, in relazione al secondo capo d'imputazione in cui è indagato assieme all'avvocatessa Maria Tassone, sempre per il reato di corruzione in atti giudiziari.

 

Francesco Saraco ha ottenuto la sostituzione della misura degli arresti domiciliari con il divieto di dimora in Calabria (difeso dall'avvocato Nico D'Ascola) mentre Emilio Santoro ha ottenuto i permessi ad uscire tre volte a settimana (difeso dall'avvocato Michele Gigliotti). Marco Petrini è difeso dall'avvocato Francesco Calderaro e da Agostino De Caro.