Tentata rapina aggravata, lesioni personali e furto con destrezza, aggravati in concorso. Nella giornata del 31 gennaio scorso, i Carabinieri di Reggio Calabria, a conclusione di attività di indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, diretta da Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di due misure di custodia cautelare in carcere nei confronti di Cristian Mittica, 21 anni e Salvatore Caponetto, 23 anni. Tra le loro vittime giovani e anche anziani. 

 

Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla base delle indagini che hanno consentito di ricostruire tre differenti vicende accadute nel centro della città metropolitana di Reggio Calabria. Il primo episodio li vedeva responsabili, in concorso e con altro soggetto allo stato ignoto, del furto con destrezza di uno smartphone appartenente ad un ragazzo, B.F. 17 anni, avvenuto in data 10 giugno 2019 in via Palamolla. In particolare il Mittica scendeva dall’autovettura del Caponetto e, fingendo di essere interessato a cedere marijuana alla persona offesa ed altri due amici presenti con lui, con un movimento rapido si impossessava del telefono per poi allontanarsi e darsi alla fuga a bordo dell’autovettura unitamente ai due correi.

 

Nel secondo caso, avvenuto il 22 agosto scorso in via San Paolo, i due mediante l’uso della violenza ed attraverso l’uso di un’asta in ferro intimavano a due ragazzi, T.S. 22 anni e T.A. 20 anni a consegnarli denaro ed i telefoni cellulari. L’evento non si verificava per la resistenza delle persone offese; ne scaturiva però una violenta colluttazione che provocava alle vittime lesioni aggravate.

 

Caponetto, inoltre, veniva ritenuto responsabile dei reati di tentata rapina e lesioni personali, in concorso a soggetto allo stato ignoto, commesso in data 4 agosto sul Corso Garibaldi in danno di una donna, P.G. 78 anni. Quest’ultima, trovandosi a piedi, veniva avvicinata da un’autovettura con a bordo due soggetti che, nel tentativo di impossessarsi della sua borsa, la facevano cadere per terra trascinandola per alcuni metri.

L’indagine si è protratta per alcuni mesi mediante l’escussione di testimoni e l’attenta analisi delle immagini dei circuiti di videosorveglianza che ha consentito, grazie anche all’incrocio delle informazioni acquisite nel corso delle tre differenti denunce di giungere all’ individuazione dei due correi.

Gli arrestati, al termine formalità di rito, sono stati tradotti presso casa circondariale “G. Panzera”, plesso Arghillà di Reggio Calabria.