VIDEO | Nell'unico reparto dell'ex ospedale al momento ci sono solo due sanitari in servizio e oggi uno era assente per questioni personali. Cure a rischio paralisi
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Dializzati costretti ad attendere per circa un’ora e mezza prima di poter entrare in stanza ed iniziare la cura. È successo questo pomeriggio nell’ex ospedale di Taurianova, dove l’unico reparto ancora in funzione è proprio quello della Dialisi. Un reparto ristrutturato da poco e abbastanza efficiente, se non fosse che in questo momento risultano in servizio solo due medici, costretti a turni massacranti per garantire il servizio.
«Stiamo attendendo dalla 14 – ha dichiarato Girolamo Calogero, dializzato in cura a Taurianova – e ci hanno detto che non ci sono medici. Purtroppo gli infermieri se non ci sono medici non possono sottoporci al trattamento di cui noi abbiamo bisogno urgentemente perché non possiamo rimandarla a domani».
«Siamo tutti quelli del turno – ha aggiunto Giovanni Politanò, un altro dializzato in attesa – circa 12 persone. Non sappiamo cosa dobbiamo fare. Al momento c’è un solo medico, perché la sua collega non c’è per un problema personale». Due soli medici, quindi, che devono farsi carico di un intero reparto e in caso di assenza di uno il servizio rischia di bloccarsi, come avvenuto oggi pomeriggio.
I pazienti, visibilmente provati dall’attesa, erano stati informati dell’arrivo di nuovi medici provenienti da Scilla e Locri, ma ad oggi i rinforzi non sono ancora giunti e la funzionalità del reparto ne risente. «Il dottore Bruzzese (responsabile del reparto ndr) – ha attaccato il dializzato Rocco Gazzana – ha fatto il turno di ieri notte e di questa mattina. Capisco che abbia avuto la necessità di riposarsi un paio d’ore, però noi abbiamo bisogno di fare la dialisi. Stamattina i giornali dicevano che sarebbero stati mandati nuovi medici e infermieri, ma non abbiamo visto nessuno».
I dializzati, per questo motivo, sono molto preoccupati. Le loro sessioni non possono essere rimandate al giorno dopo e hanno paura che casi del genere possano ripetersi da oggi in avanti.