Sessantasei le condanne emesse dal gup del Tribunale di Catanzaro. Liquidati i Comuni di Cirò Marina, Cariati, Strongoli, Colosimi e Mandatoriccio che si erano costiuiti parte civile. Ecco la sentenza
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Sono arrivate oggi le prime condanne nell'ambito del processo che vede alla sbarra le cosche di 'ndrangheta Farao Marincola di Cirò Marina. L’inchiesta Stige coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro aveva portato nel gennaio del 2018 all’arresto di 169 persone documentando un altissimo livello di infiltrazione mafiosa in diversi settori economici e imprenditoriali, in Italia così come all'estero, tale da consentire alla cosca di strutturarsi come una vera a propria holding criminale in grado di gestire affari per milioni di euro. Questa mattina dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro Giacinta Santaniello sono comparsi gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato.
Le condanne
Francesco Aloe dieci anni di reclusione, Gaetano Aloe 13 anni e 4 mesi, Giuseppina Aloe 3 anni e quattro mesi, Antonio Anania 9 anni e otto mesi, Ercole Anania 13 anni e due mesi, Antonio Bartucca 10 anni e 8 mesi, Francesco Basta 9 anni e sei mesi, Moncef Blaich 5 anni, Martino Cariati 15 anni e 4 mesi, Giovanni Caruso 3 anni, Vito Castellano 16 anni, Dino Celano 5 anni, Aldo Chimenti 8 mesi, Morena Cola 10 anni, Angelo Cofone 3 anni, Francesco Crugliano 1 anno e sei mesi, Gennaro Crugliano 8 anni e quattro mesi, Leonardo Crugliano 20 anni, Mirco Crugliano 8 anni e 8 mesi, Adolfo D'Ambrosio 4 anni, Antonio De Luca 5 anni e 4 mesi, Francesco Farao 4 anni e 8 mesi, Vittorio (di Giuseppe) Farao 8 anni, Vittorio (di Silvio) Farao 20 anni, Alessandro Gabin 5 anni, Donato Gangale 9 anni e 4 mesi, Giuseppe Giglio 18 anni e 12 mesi, Salvatore Giglio 20 anni, Franco Gigliotti 10 anni, Nino Greco 1 anno e sei mesi, Mario Lavorato 10 anni e 8 mesi, Aldo Marincola 8 anni, Cataldo Marincola 20 anni, Vincenzo Marino 2 anni, Salvatore Morrone 20 anni, Carmine Muto 7 anni, Luigi Muto 19 anni e 4 mesi, Santino Muto 7 anni e 8 mesi, Basilio Paletta 12 anni e 10 mesi, Domenico Palmieri 8 anni, Rosario Placido 1 anno e 4 mesi, Fabio Potenza 9 anni e 4 mesi, Carmela Roberta Putrino 15 anni e 4 mesi, Eugenio Quattromani 10 anni, Luigi Rizzo 9 anni e 4 mesi, Salvatore Rizzo 13 anni e 4 mesi, Domenico Rocca 8 anni, Francesco Russo 8 anni, Francesco Salvato 15 anni e sei mesi, Vincenzo Santoro 17 anni e sei mesi, Giuseppe Sestito 20 anni, Nevio Siciliani 8 anni, Roberto Siciliani 8 anni, Salvatore Palmiro Siena 11 anni e 4 mesi, Carmine Siena 8 anni, Giuseppe Spadafora 20 anni, Antonio Squillace 1 anno e 4 mesi, Francesco Tallarico 20 anni, Ludovico Tallarico 8 anni, Luigi Tasso 3 anni 4 mesi e 3.400 euro di multa, Carolina Terlizzi 1 anno 9 mesi e 10 giorni, Bruno Tucci 3 anni e 8 mesi, Annamaria Veltri 1 anno e 4 mesi e Vincenzo Zampelli 3 anni e 8 mesi.
Nella rete degli arresti erano finiti anche i fratelli Roberto, Nevio e Mario Siciliani, esponenti politici con incarichi nell’amministrazione comunale di Cirò Marina, i primi due condannati a 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre Mario Siciliani nel frattempo è deceduto.
Dissequestri
Il Gup del Tribunale di Catanzaro ha inoltre disposto il dissequestro delle società Progetto Ecologia a Cirò Marina, Fa Italia a Crotone, Cuordifarina a Casabona, Molino Caputo a Strongoli, Sc Petroli a Casabona, International Innovation a Crotone, Global Food Service a Torino, Tourist Service a Mandatoriccio, Cirò Ve.Be.caa a Cirò Marina. Infine, sono state quantificate le somme da versare ai Comuni di Cirò Marina, Cariati, Strongoli, Colosimi, Mandatoriccio, Scigliano e Cutro che si era costituiti parte civile nel processo. A Cirò Marina, Cariati, Strongoli gli imputati dovranno versare 50mila euro a Comune. Ventimila euro rispettivamente al Comune di Colisimi e Mandatoriccio, 50mila euro alla Cgil Emilia Romagna e Cgil Calabria.
Nel collegio difensivo: Antonio Lomonaco, Sergio Rotundo, Gregorio Viscomi, Armando Veneto, Giancarlo Pittelli, Tiziano Saporito, Gianni Russano.
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