STIGE | Le mani del clan sul traffico di rifiuti provenienti dall'Ilva di Taranto

In Calabria arrivavano fino a dodici camion al giorno carichi di scorie di lavorazione dell'impianto siderurgico pugliese
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di Loredana Colloca
9 gennaio 2018
15:43

Scorie di lavorazione provenienti dallo stabilimento Ilva di Taranto dirette in Calabria. Dieci, dodici viaggi al giorno, diretti in diverse località, non ancora individuate, della nostra regione. Rifiuti speciali da smaltire, finiti al centro di un accordo raggiunto con esponenti della cosca Farao-Marincola. Circostanze emerse dalle conversazioni tra Francesco Tallarico, membro di spicco del clan e referente per il territorio di Casabona, piccolo comune del Crotonese, il boss di San Leonardo di Cutro Giovanni Trapasso e l’imprenditore Giuseppe Clarà, originario di Crotone e titolare di un’impresa attiva nel settore dello smaltimento di rifiuti.


L’accordo sarebbe stato raggiunto nel corso di un incontro con il referente della cosca per la zona di Cirò Superiore, Giuseppe Sestito. Il trasporto dei rifiuti dalla Puglia alla Calabria, sarebbe avvenuto tramite una delle società amministrate da Giuseppe Clarà, che dopo un’iniziale resistenza, diventato bersaglio di intimidazioni, si era piegato alle richieste del clan.


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