Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Partito come semplice imprenditore agricolo, Giovambattista Benincasa, 53 anni catanzarese ma residente a San Giovanni in Fiore, ha collezionato negli anni una lunga serie di contratti di collaborazione. Prima di ottenere la carica di vicensindaco al Comune di San Giovanni in Fiore è infatti transitato da Arssa, dall’assessorato regionale all’Agricoltura mentre attualmente risulta responsabile regionale di ConfColtivatori. Il rappresentante sindacale è finito ieri tra gli arrestati dell’operazione Stige con l’accusa di corruzione incastrato dalle sue stesse conversazioni telefoniche.
!banner!
Le forzature per ottenere il tesserino
Nel colloquio registrati dagli inquirenti si desumerebbe come Giovambattista Benincasa, ex vicesindaco di San Giovanni in Fiore stesse sfruttando le sue conoscenze per accelerare alcune pratiche relative al rilascio di autorizzazioni in favore della ditta Spadafora o per comunicargli l’uscita di bandi di gara o altri sovvenzionamenti pubblici. Nel dicembre del 2010 l’ex amministratore faceva riferimento ad una forzatura ottenuta presso l’assessorato all’agricoltura da tale Giuseppe Oliva, dirigente di settore della Regione Calabria, il quale avrebbe consentito a redigere, grazie all’intervento di un dipendente identificato in Francesco Valente, (nessuno dei due risulta indagato) un documento in favore degli Spadafora al fine di rientrare il possesso del cosiddetto tesserino forestale e cioè della licenza a poter effettuare tagli boschivi. Dalla conversazione si desume che il ritiro fosse stato determinato dall’incidente sul lavoro occorso ad un operaio rumeno, dipendente dell’azienda, deceduto a causa della caduta di un tronco. Per tale motivazione infatti, e per come rassegnato nell’informativa di riferimento del ROS CC di Catanzaro, veniva adottato dall’Ente regionale provvedimento di sospensione dell’impresa SPADAFORA dall’Albo regionale delle imprese boschive.
Le intercettazioni
Benincasa: Pasquà
Spadafora: ue, avvocà
B: com’è?
S: tutto a posto! Dove siete?
B: la prima cosa, stamattina, ho visto ad OLIVA
S: uh!
B: ha detto: Hai visto a SPADAFORA tuo, ha detto, ti ha scavalcato. Ho detto, come mi ha scavalcato!
S: e la Madonna!
B: ha detto … che l’ho fatto scavalcare per te, ha detto, e ce l’ho fatto …
S: uh!
B: io sapevo che doveva venire a Catanzaro. Ed ho fatto finta di niente io, no? Poi mi ha visto VALENTE, ha detto passa, passa dalla stanza che ti devo parlare, e mi ha detto: devo andare in pensione, gliel’ho firmato questo coso però… mi ha detto, poi la Commissione sappiamo se glielo ritira o meno?
S: non glielo hai detto tu? Tu non glielo hai detto?
B: la dovete modificare, si deve modificare questa benedetta cosa, gli ho detto, perché n’è morto uno, poverello, sul lavoro, no? E fino a quando non viene fatta la causa e quindi, è un delinquente? E’ uno che non può partecipare ad un’asta? Ha detto tieni ragione, va modificata, però attualmente è così che. Ho detto ma che … e poi, … fanno appello, dico, e durano dieci anni, ora per dieci anni non può avere il tesserino? Ma che cazzo di cose sono queste? Ha detto sì ma io me ne vado in pensione, ha detto, io la forzatura l’ho fatta … ho detto, che poi ti vengo a trovare a siano (ndr. carcere di catanzaro) ti porto quattro arance, gli ho detto.
S: ho capito!
B: quello, invece, non c’era, l’ho chiamato e ci aspetta lunedì, lunedì mi aspetta, ora, tu vieni pure e … lunedì scendiamo e poi ti dà questo verbale.
S: ho capito!
B: va bene?
S: e per il fatto del Decreto?
B: e poi ci parliamo
S: e va bene!
B: lunedì ci dà verbale e ci parliamo, vediamo com’è la situazione, quando questo Decreto lo possono fare o non lo possono fare.
S: va bene, va bene! E poi ci vediamo in paese.
Le dichiarazioni del collaboratore
Anche la sistematica attuazione degli tagli boschivi a San Giovanni in Fiore è finita al centro di dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, Francesco Oliverio, che riferisce come si fosse deciso il monopolio territoriale dagli Spadafora. Il collaboratore aggiungeva come Luigi Comberiati aveva addirittura un rapporto di “comparaggio” con Pasquale Spadafora e lo stesso coadiuvava la ditta boschiva sangiovannese nel monopolizzare le aste boschive. Questa situazione, secondo le dichiarazioni di Oliverio, si configura a partire dal 2005, sino a maggio del 2011, quando lo stesso veniva ristretto in detenzione.
Appoggio elettorale
Quanto alla figura del vicesindaco Beninacasa, il collaboratore riferiva che, nelle elezioni del 2011 era stato eletto nella lista del sindaco Barile per poi aggiungere come in quella campagna elettorale questo poté contare sull’appoggio degli ‘ndranghetisti sangiovannesi ossia gli Spina Iaconis nonché dello zio Francesco Oliverio, che era a sua volta candidato in una lista che appoggiava il sindaco Barile. “Barile era stato appoggiato già nella competizione elettorale precedente, in quanto Paolo Spina Iaconis e i suoi parenti più stretti, vollero fare un dispetto a “Palla Palla” che è lo pseudonimo di Mario Oliverio, per cui vollero fare vincere la destra”.
Favori e ringraziamenti
Il collaboratore si mostra poi ancora più preciso raccontando come, nel 2011, “era capitato che la giunta Barile era per così dire “caduta”, per cui fu necessario rieleggere l’esecutivo e, ribadisco, gli uomini della ‘ndrina di San Giovanni in Fiore confermarono l’appoggio a Barile”. Ebbene, secondo le dichiarazioni del collaboratore, molti voti vennero dirottati in favore di Giovambattista Benincasa, il quale, una volta eletto, garantiva agli ‘ndranghetisti informazioni specie in ordine alle gare d’appalto che il Comune si apprestava a bandire. Le informazioni erano quindi relative anche alle aste boschive che interessavano l’impresa di Spadafora e Comberiati. Oliverio aggiungeva quindi come Giovambattista Benincasa veniva “ringraziato”, per il tramite di forniture di legna, che gli assicuravano, a lui e ai suoi parenti, proprio gli Spadafora.
Luana Costa