Se non è un bollettino di guerra, poco ci manca. Tredici morti in poco meno di sei mesi: uno ogni tredici giorni. Solo cinque nell’arco di 13 km (quelli del tratto di Corigliano-Rossano) e tutti accaduti negli ultimi 60 giorni. Sono questi i numeri drammatici che restituisce la Statale 106, la famigerata strada della morte. Che continua a mietere vittime con crudeltà. L’ultima nella notte scorsa, Vincenzo Balbi 75enne di Altomonte che ha perso la vita mentre era a bordo di un autofurgonato all’altezza di Torricella, nei pressi della zona industriale, nel comune di Corigliano-Rossano.

Il tratto più pericoloso: quello Corigliano-Rossano

Ed è proprio il tratto compreso tra Sibari e Crotone e che attraversa la terza Città della Calabria ad essere il più pericoloso dell’intero tracciato e quello sul quale, paradossalmente, non sono ancora previsti interventi di ammodernamento.

Vincenzo Gatto (46 anni), Antonella Tripodi (34), Pasquale Sgotto (43), Andrea Forciniti (32), Felice Santernecchi (70), Antonio Conia (42), Rosario Abate (38), Pasquale Miceli (59), Vincenzo Conforti (48), Antonio Caligiuri (64), Banna Jallow (19) e Natale Sapia (78 anni). 

Necessario ammodernare la Statale

Probabilmente questa escalation di morti innocenti e colpevoli solo di essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato, indurrà un sussulto per la costruzione di qualche nuova rotonda soprattutto lungo la SS106 Bis (Sibari-Rossano). Ma questo non basta. Anche perché un territorio nel quale gravitano circa 200mila persone residenti ed una grande e complessa città di 80mila abitanti, con servizi da far decollare, non può continuare viaggiare su una mulattiera. Bisogna mettere il tracciato in sicurezza e al contempo ammodernarlo.

È questo l’appello che ha ormai consumato le corde vocali di cittadini, associazioni e della stessa politica del territorio. Corigliano-Rossano ha bisogno di una strada moderna e questo non per vezzo ma per necessità.

L'ennesimo appello di Basta Vittime sulla Statale 106

«Abbiamo sempre detto e continuiamo a dire – afferma Giovanni Buono, Vice Presidente dell’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106” – che la S.S.106 è una strada molto pericolosa e sulla quale è importante rispettare le regole del codice della strada oltre a quelle del buon senso».



«Tuttavia – continua Giovanni Buono – è evidente che puntare sulla sensibilizzazione degli automobilisti e, quindi, sulla possibilità di “educare” ognuno di loro è praticamente impossibile mentre è più logico riuscire ad intervenire sulla infrastruttura: ricordo che l’Associazione lotta per l’ammodernamento della S.S.106 ma, allo stesso modo, è cosciente che questo è un processo lungo e che richiede anni e, quindi, pretende interventi di messa in sicurezza subito.



Anche qui – dichiara il Vice Presidente – c’è da evidenziare il grande impegno dei vertici dell’Anas Gruppo FS Italiane. Sia il Capo Area Ing. Ferrara che il Capo Compartimentale Moladori, che ricoprono questi ruoli da un anno e mezzo, sono riusciti ad avere una grande capacità di ascolto nei confronti delle nostre segnalazioni tanto è vero che nel tratto della SS 106 nell’ex comune di Corigliano Calabro sono già riusciti a realizzare un fatto mai accaduto nella storia.

Sono stare già progettate – continua Buono – tre importanti rotatorie (approvate dall’amministrazione Geraci all’ultimo minuto prima del commissariamento, altro fatto storico), che interessano punti pericolosissimi della S.S.106 non di quel comune ma dell’intera Calabria. Del resto basta semplicemente leggere i numeri dell’incidentalità per capire dove sono i problemi, cioè dove da decenni non si interviene. Auspichiamo, quindi, che questi interventi possano essere realizzati al più presto anche perché la popolazione li vuole e li ritiene necessari per la propria sicurezza.



In questo contesto – afferma a muso duro il Vice Presidente – non possiamo fare a meno di stigmatizzare il comportamento della politica politicante. Quella che a giorni alterni parla di sicurezza e grandi opere. Magari con incontri per pochi intimi in Prefettura a Cosenza dove siamo fieri di non essere stati invitati nell’inutile passerella istituzionale che discute sul nulla mentre la gente continua a morire.


Confidiamo – conclude Giovanni Buono – nella concretezza e nel buon senso di chi, invece, ha ben chiara la complessità del problema ed intende risolvere con serietà e competenza i diversi e svariati problemi presenti sulla SS 106 con la convinzione che ciò possa essere veramente importante per l’interesse generale della collettività».

 

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