Cresce l’onda di dissenso sul nuovo tracciato Sibari-Rossano della statale 106 Jonica. Il percorso individuato da Anas si ritiene poco sicuro, incompatibile sul fronte dell’impatto paesaggistico, turistico e agrumicolo. La nuova presa di posizione è quella del sindaco di Cariati Filomena Greco che sottolinea la non omogeneità territoriale del percorso previsto nella bozza. L’invito è rivolto al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto che «conosce molto bene i problemi insfrastrutturali della fascia jonica, affinché si faccia carico di una questione che rischia di compromettere l’intera area jonica. 

A tal riguardo Greco ha chiesto un incontro urgente in Cittadella per discutere dell’ammodernamento dell’infrastruttura, anche alla luce dei tempi di attuazione del Pnrr e viste le attese di sviluppo economico, sociale e turistico della fascia Jonica della Calabria che da decenni su di essa si concentrano. «È un progetto che contrasta con il nostro territorio legato ai centri storici, al patrimonio paesaggistico e naturale, all’agricoltura biologica e alla pesca sostenibile».

Riprendere il vecchio progetto del 2005

Secondo l’amministratrice occorre «riprendere l’originario progetto presentato nel 2005, con il tracciato che attraversa le zone collinari e montane, che ne risulterebbero così valorizzate, senza intaccare le zone pianeggianti e costiere, motore dell’economia locale. Recentemente l’Anas ha abbandonato l’idea progettuale originaria, sottoponendo alle amministrazioni tre nuove tracciati, di cui due, difatti, prevedono l’ammodernamento dell’attuale SS 106 nei tratti dove ciò è possibile. Mentre in prossimità dei centri abitati il tracciato viene deviato verso monte, l’altra e leggermente più a monte dell’attuale SS 106.  

La realizzazione di uno dei tracciati proposti in alternativa a quello del 2005 – scrive la Greco al Governatore della Calabria - comporterebbe la non piena valorizzazione del territorio montano, in quanto questo sarà sempre servito da strade al limite della percorribilità. Senza tralasciare i disagi che la realizzazione dell’opera potrebbe determinare con il rischio di doversi fermare per eventuali ritrovamenti di reperti archeologici».