Le indagini sono partite dopo che nella serata del 3 gennaio scorso, sempre a Gioia Tauro, vennero esplosi 28 colpi di Kalashnikov contro il cancello d’ingresso di un’abitazione di un residente. L’episodio destò grande sconcerto e preoccupazione tra i residenti proprio per le modalità con le quali era stato perpetrato.

Nell’immediatezza i militari, coordinati dalla Dda reggina, individuarono un veicolo, all’epoca noleggiato, dal quale venne fatto fuoco. Da lì si risalì alla persona che aveva affittato il mezzo che è stato raggiunto dal provvedimento restrittivo a titolo di concorso in danneggiamento e porto e detenzione di un’arma da guerra, un mitragliatore dalla straordinaria potenza di fuoco.

Le investigazioni sull’accaduto si sono sviluppate per circa tre mesi, secondo metodi tradizionali e avvalendosi di attività tecnica oltre che del prezioso contributo del Ris di Messina (il Reparto Investigazioni Scientifiche) che hanno analizzato i reperti sequestrati nell’immediatezza e consentendo di raccogliere quelli che gli inquirenti ritengono "gravi indizi" a carico di Pataffio che, intanto, è stato rinchiuso nella Casa Circondariale di Palmi.