VIDEO | A Catanzaro cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario che per il presidente della Commissione regionale si apre tra luci e ombre ma la produttività è tra le più alte in Italia
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«La giustizia tributaria calabrese funziona. È una giustizia celere che trova la conferma dei gradi superiori». E la produttività di ogni singolo magistrato è fra le più alte in Italia. Il presidente della commissione tributaria regionale della Calabria Mario Spagnuolo inaugurando l’anno giudiziario tributario 2019 al palazzo di giustizia Salvatore Blasco a Catanzaro parla di luci ed ombre. Se da una parte infatti è stato notevolmente ridotto il contenzioso con una pendenza di cause che da 130 mila sono scese a circa 110 con una diminuzione del 20%, dall’altra si registrano gravi difficoltà in termini di carenza di personale giudiziario e amministrativo. La commissione tributaria regionale infatti ad oggi si caratterizza per l’assenza di un presidente di sezione su 8, sei vicepresidente di sezione su 8, 24 giudici su 32. Carenza che saranno aggravate dalle prossime cessazioni per raggiungimento del limite di età o trasferimento ad altra commissione.
«I problemi sono determinati da un organico che presenta dei vuoti sempre più ampi - spiega il presidente della Commissione Tribuitaria - e dalle incertezze causate da queste proposte legislative di riforma che vanno calibrate nel migliore dei modi». Nonostante una dotazione organica deficitaria, i giudici tributari calabresi sono comunque riusciti a far fronte alla domanda di giustizia dei contribuenti. Dal punto di vista territoriale è confermato il dato, rispetto allo scorso anno, che vede Cosenza e Reggio Calabria le due province in cui si concentrano la maggior parte delle controversie. «Nell’anno che è passato abbiamo reso giustizia ai cittadini che hanno investito il giudice tributario emettendo un numero di sentenze molto elevato - conclude Spagnuolo - superiore a quelli che sono gli affari che invece sono sopravvenuti».