Il Tribunale di Crotone ha inflitto dodici condanne e pronunciato sei assoluzioni a conclusione del processo scaturito dall’operazione Six towns della Direzione distrettuale di Catanzaro che nell’ottobre 2016 ha portato all’arresto di trentasei persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, omicidi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, favoreggiamento di latitanti, ricettazione, detenzione di armi. L'indagine della Dda ha fatto luce sulla ndrina di Belvedere Spinello capeggiata da Francesco Oliverio, poi diventato collaboratore di giustizia, la quale estendeva il suo dominio su sei cittadine della presila e della Sila crotonese (Belvedere Spinello, Rocca di Neto, Caccuri, Cerenzia, Castelsilano e San Giovanni in Fiore).

 

Tra le sei assoluzioni quella di maggior rilievo riguarda l'ex sostituto commissario della Questura di Crotone Rosario Aiello, oggi in pensione, scagionato con formula ampia, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Contro Aiello pesavano le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Francesco Oliverio, Luigi Bonaventura, Pino Vrenna e Vincenzo Marino che lo indicavano come un referente della cosca. Dichiarazioni che il Tribunale, evidentemente, ha ritenuto inattendibili. Pene severe, in alcuni casi anche maggiori di quelle chieste dalla pubblica accusa, sono state inflitte ad alcuni dei dodici condannati, accusati per lo più di associazione mafiosa e narcotraffico, come i 20 anni inflitti a Giovanni Spina Iaconis, referente della ndrina di Belvedere Spinello e San Giovanni in Fiore; i 18 anni inflitti per associazione mafiosa a Pietro Tassone che era stato già condannato all’ergastolo in corte di Assise per l’omicidio di Tommaso Misiano; i 12 anni per associazione mafiosa a Giovanni Battista Lombardo.  

 

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