La piattaforma da cui dipende ogni aspetto gestionale del settore, il Sec-Sisr, è ancora in panne. Per correre ai ripari si adottano soluzioni tampone che presentano rischi di intrusione. Intanto l’Advisor che controlla i conti strappa una nuova commessa per fare ciò che già dovrebbe essere a regime da anni (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Se continua così andiamo in Procura». La voce sussurrata nei corridoi di alcune Asp è come il picco di un sismografo che segnala un movimento tellurico troppo profondo per essere percepito pienamente in superficie. Ma è comunque un terremoto forte quello che sta aprendo crepe sempre più preoccupanti nel già disastrato sistema sanitario regionale.
Sistema ancora nella palude
Sono passati 10 giorni da quando LaC News24 ha raccontato quello che stava succedendo negli uffici della Cittadella. Da allora le cose non sono cambiate. Il malfunzionamento del Sec-Sisr, cioè la piattaforma informatica da cui dipende la gestione di ogni settore e servizio della sanità calabrese - dalle buste paga dei dipendenti ai ricoveri ospedalieri, dai dati fiscali alle ricette – continua a mettere in difficoltà Asp e aziende ospedaliere, con disservizi a catena che stanno pregiudicando anche l’approvvigionamento di farmaci e ossigeno. Una situazione avvolta da un muro di gomma contro il quale rimbalzano domande e ricerche di riscontri, anche se qualcosa faticosamente trapela. Come il malcontento al limite dell’esasperazione di numerosi operatori, medici di base compresi, stanchi di combattere quotidianamente contro i rallentamenti e i blocchi di un sistema che, nonostante sia costato circa 40 milioni di euro in 9 anni, ancora non funziona come dovrebbe.
La gioia dei consulenti esterni
Un disservizio ormai cronico intorno al quale ruotano (e guadagnano) una miriade di consulenti esterni, piccole case di software e tecnici quotidianamente allertati per fare cose che il Sec-Sisr dovrebbe fare da solo già dal 2014. A finire impantanate sono anche le caselle Pec, rimaste a lungo irraggiungibili, tanto che a Catanzaro, ad esempio, il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio, Francesco Procopio, è stato costretto a scrivere alla Regione denunciando «l’impossibilità (ormai da giorni) ad accedere alla piattaforma Sec-Sisr» e la conseguente inutilizzabilità delle Pec che «a centinaia giacciono, non gestibili».
Il Sisr non funziona, conseguenze a catena
Le conseguenze sono innumerevoli e di diversa entità: da potenziali danni erariali per l’impossibilità di evadere pratiche non rimandabili, al blocco dei flussi informativi che devono giungere con regolarità al ministero della Salute per l’elaborazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza. Impossibile riassumere tutte le ricadute del disservizio, ma per farsi un’idea basta immaginare cosa accadrebbe a un normale cittadino se improvvisamente non potesse più accedere a tutti i servizi online, dalla posta elettronica all’home banking, dagli acquisti all’uso dello Spid. Con una differenza sostanziale però, il Sec-Sisr non è un sistema aperto, come il web, ma una rete chiusa, una sorta di Intranet regionale a cui si può accedere soltanto attraverso una specifica interfaccia. Vista la gravità della situazione, si è cercato di correre ai ripari con delle soluzioni tampone che però possono rivelarsi molto rischiose. A diversi operatori di Asp e aziende ospedaliere, infatti, è stato fornito una sorta di accesso esterno ai server, che sono fisicamente custoditi nei seminterrati della Cittadella, attraverso l’utilizzo di una “rete virtuale” (Vpn). In questo modo hanno potuto bypassare l’interfaccia classica del sistema (spesso bloccata). Ma il rischio di intrusioni e diffusione di virus informatici è molto alto.
Chi tocca i fili muore
Intanto, il disagio di funzionari e dirigenti regionali cresce. La complessità del problema, che presenta aspetti tecnici insondabili per un normale utente, e le altrettanto non prevedibili conseguenze anche in termini di responsabilità personale, hanno fatto del Sisr uno spauracchio da cui molti vogliono restare alla larga.
Digitalizzazione mancata, gallina dalle uova d'oro
Chi invece pare aver trovato la gallina dalle uova d’oro sono le aziende – riunite in Rti - che nel corso degli anni hanno sottoscritto con la Regione contratti per decine di milioni di euro.
Tra queste società c’è Kpmg, colosso mondiale della revisione e organizzazione contabile con sede centrale in Olanda, che offre servizi professionali a imprese ed enti pubblici. Kpmg è anche una delle società che fanno parte del Raggruppamento temporaneo d’imprese (Rti) che nel 2012 si aggiudicò la gara per la realizzazione del Sec-Sisr, la stessa Rti che poi si è vista rinnovare il contratto nel novembre del 2018, per altri 22,4 milioni di euro.
Kmpg c'è sempre
Inoltre, sempre Kpmg, da oltre un decennio, in qualità di advisor, controlla i conti della sanità calabrese e siede essa stessa al Tavolo Adduce, l’organismo interministeriale che verifica l’andamento del piano di rientro dal debito, vestendo contemporaneamente i panni di controllore e controllato.
Nuovo contratto milionario
Ora, la potente società di consulenza ha strappato un nuovo contratto milionario in Calabria, mettendosi alla guida di un altro Raggruppamento temporaneo d’imprese formato da Kpmg Advisory Spa (mandataria), Mckinsey & Company Inc. Italy, EY Advisory Spa, PA Advice Spa e Fondazione Politecnico di Milano. Quasi 10 milioni di euro (per la precisione 9.760.227,30 Iva inclusa) per un contratto di 4 anni che prevede l’erogazione di servizi di “supporto strategico, digitalizzazione dei processi sanitari, supporto all’innovazione tecnologica e governance”. Obiettivi che sembrano coincidere con quanto già dovrebbe garantire il Sec-Sisr, che però, come abbiamo visto, fa acqua da tutte le parti.
Il decreto che autorizza a contrarre
Il decreto dirigenziale che autorizza la sottoscrizione del contratto risale al 18 maggio scorso ed è firmato dal dirigente del Dipartimento transazione digitale, Tommaso Calabrò, e dalla dirigente del Dipartimento tutela della salute, Iole Fantozzi. Nell’atto vengono nominati anche il Responsabile unico del procedimento (Rup), Rosamaria Santacaterina, e il Direttore dell’esecuzione del contratto (Dec) Olga Saraco, entrambe in servizio presso il Dipartimento transizione digitale e Attività strategiche.
Quello che il contratto prevede è riassunto nella tabella riportata sotto e contenuta nel Piano operativo allegato alla gara aggiudicata alla nuova Rti attraverso Consip.
Ecco cosa prevede il contratto
Tra i servizi previsti nel contratto, oltre alla “implementazione di sistemi informativi e flussi” (stesso recinto nel quale dovrebbe operare il Sisr), è annoverato anche il supporto alla ricognizione e definizione del debito nella sanità calabrese, che il presidente Roberto Occhiuto ha promesso di quantificare con precisione entro il 31 dicembre prossimo. Eppure, secondo quanto denunciato nel 2021 dall’allora consigliere regionale Carlo Guccione, la Kpmg ha già incassato dal 2008 circa 11 milioni di euro per fare più o meno la stessa cosa. «In particolare - spiegò Guccione in Consiglio regionale - le attività dell’Advisory riguardano i seguenti ambiti: processo di ricognizione e riconciliazione del debito pregresso e costituzione della Bad Debt Entity e dell’ufficio istruttore; supporto di programmazione e al monitoraggio regionale, gestionale e contabile; supporto nelle analisi e nelle verifiche dei dati aziendali per il processo del debito e per il monitoraggio gestionale e contabile».
Insomma, una storia infinita. Come una sorta di gioco del Monopoli dove alla fine si torna sempre alla casella del Via per incassare un nuovo premio in denaro.
degirolamo@lactv.it