VIDEO | Si tratta di un’opera strategica il cui costo complessivo è pari a oltre 51milioni di euro. Solo sul primo lotto sono stati spessi 48milioni
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Sibari-Sila, un’arteria strategica in grado di collegare la Sibaritide con tutto l’altopiano silano. Concepita già negli anni ’80, dopo un lungo dibattito, l’opera confluisce finalmente nell’avvio dei lavori del primo lotto nel 2010 quando l’ente Provincia mette a bando la gara per un importo pari a 28milioni di euro per 2,6 chilometri di strada. Il primo lotto mette in collegamento il comune di San Demetrio Corone (contrada Nicola Orazio) con il comune di Acri (contrada Calamia). L’appalto viene aggiudicato da un’azienda che poi, come da prassi consolidata, assegna a sua volta in sub-appalto ad altra impresa. La gara viene attribuita con un ribasso d’asta del 24.310% con un’offerta pari a circa 21milioni di euro.
Progetto tecnico diverso dalla realtà
Si scocuzzano colline e si riscontrano continui dislivelli sul manto stradale, quasi come se l’impresa si trovasse di fronte a una realtà diversa da quella prospettata nel progetto. Otto viadotti e due gallerie, lavori articolati e complessi che non nascondono, tuttavia, una qualche sorpresa. Che arriva puntualmente. In uno dei tunnel vengono prelevate rocce che contengono un elemento chimico tossico e radioattivo (cobalto) per i cui interventi di rimozione si sono spesi ulteriori fondi di investimenti. Una vicenda che cade nel dimenticatoio, così come la prosecuzione dei lavori che si fermano al 2014. «Sono stati spesi realmente – afferma il Consigliere comunale di San Demetrio Corone Adriano D’Amico- 48milioni di euro». E si tratta solo del primo lotto, neppure terminato e con materiale, dopo un decennio, deteriorato. Il paradosso è che l’intera opera avrebbe dovuto costare, almeno sulla carta, circa 51milioni di euro. Siamo al primo lotto, non ancora consegnato, e ne sono stati spesi già 48 di milioni.
Troppi contenziosi, e attività giudiziaria a rilento
La tratta prevista attraversa i comuni di San Demetrio-Corigliano-Rossano-Santa Sofia D’Epiro -Acri. «Troppi contenziosi hanno riguardato quest’appalto – continua D’Amico – in quanto l’impresa si è trovata di fronte una realtà diversa da quella prospettata nel progetto. Ma l’aspetto più grave è che su quest’opera ci sono, ancora oggi, due inchieste giudiziarie che dormono alla Procura di Castrovillari». Problemi di carattere tecnico, tuttavia, emergono anche per quanto attiene l’eventuale avvio dei lavori del secondo lotto, sprovvisti di copertura finanziaria. «Si dovrebbe sventrare una imponente montagna (Montesanto) in direzione Sibari, area in cui si rinvengono insediamenti residenziali e commerciali- continua D’Amico- il che farà lievitare ulteriormente i costi».
Nel frattempo il presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, che ha ereditato tale appalto, ha proceduto sia alla rescissione del contratto in danno nei confronti dell’impresa sia ai lavori di collaudo. Ci sono le risorse che saranno assegnate alle imprese già in graduatoria.«I lavori del primo lotto saranno appaltati e completati»- promette Iacucci. Meno speranzoso è per il futuro e per gli altri lotti: «Abbiamo bisogno di altre risorse. La Provincia può essere pronta a gestire ma non ha i fondi».