È iniziata da un normale appunto rivolto da un autista dell'Amc a due utenti appena saliti sull'autobus, quella che poi è degenerata in una brutale aggressione. «Noi siamo padroni dell'autobus, facciamo quello che vogliamo anche senza biglietto» - sarebbero state le parole proferite dai due cittadini di etnia rom saliti a bordo dell'autobus ad una delle due fermate situate nel quartiere Aranceto nella periferia sud di Catanzaro. L'autista li aveva, infatti, invitati a salire a bordo del mezzo non dalla porta centrale ma da quella anteriore. «Lui ha continuato a insultarmi - racconta Giuseppe Roberti dipendente dell'Amc - per tutto il tragitto fino a piazza Garibaldi a Lido. Improvvisamente mi è arrivato un cazzotto in faccia ma io non mi ero accorto di nulla perchè ero al posto di guida e mi stavo assicurando che il mezzo non si muovesse. Sono trascorsi pochi secondi per capire quello che era successo, ho disinserito la marcia, inserito il freno a mano e sono sceso dall'autobus per recuperare gli occhiali che mi era volati per terra. Quando sono sceso dall'autobus mi hanno continuato a prendere a pugni trascinandomi giù. Mi hanno fatto male al polso, all'occhio e alla schiena». Un episodio che ripropone il tema della sicurezza nelle periferie a sud della città, dove vi sono interi quartieri in mano alla criminalità. «Credo che sia difficile svolgere questo servizio in alcune aree della città soprattutto di sera» - dichiara l'autista.

Luana Costa