«Il Comitato “Si-La Salute Bene Comune”, con rammarico e delusione, non parteciperà alla seduta del consiglio comunale del 7 febbraio. Non ci sono le condizioni». È quanto scrive in una nota il Comitato Sila Salute dopo la “burrascosariunione pre-Consiglio andata in scena ieri sera nel Palazzo di Città a San Giovanni in Fiore. La convocazione di un Consiglio comunale aperto sulla sanità è stata la prima richiesta del Comitato, insieme agli interventi immediati dell’emergenza-urgenza, dopo la morte di Serafino Congi, avvenuta a bordo di un’ambulanza sulla Statale 107, dopo una lunga attesa nel Pronto soccorso cittadino lo scorso 4 gennaio.

«Il Comitato “Si-La salute Bene Comune” è composto da due organizzazioni sindacali (Cgil e Cisl), da tredici associazioni che operano sul territorio di San Giovanni in Fiore e da cinque cittadini liberi. Il Comitato Si-La Salute Bene Comune ha partecipato, con una propria delegazione, – è scritto nella nota – alla riunione del 5 febbraio 2025 che avrebbe dovuto essere preliminare al consiglio comunale aperto previsto per il 7 febbraio 2025. La riunione era stata convocata per comunicare le modalità di svolgimento dei lavori della seduta. Il Comitato aveva chiesto la convocazione di un consiglio comunale aperto da tenersi prima del tavolo tecnico con l’Asp di Cosenza e in un luogo che avrebbe potuto offrire alla cittadinanza la possibilità di partecipare, assistere e ascoltare. Nonostante queste proposte non siano state tenute in considerazione, il comitato ha comunque inteso partecipare alla riunione del 5 febbraio vista l’importanza della tematica».  

«In quella sede il comitato ha chiesto che l’orario della seduta del Consiglio comunale aperto – continua il Comitato – venisse posticipato poiché alle ore 9.15 del mattino le persone dell’eventuale pubblico potrebbero essere impegnate nelle attività lavorative e famigliari. Il comitato ha chiesto anche che il tema della sanità diventasse il punto prioritario all’ordine del giorno poiché quest’ultimo prevedeva la discussione della sanità come terzo punto dopo l’approvazione di un progetto di fattibilità tecnico-economica. Rispetto a queste due richieste non c’è stata apertura. Inoltre, durante la riunione si è appreso che vi erano già 16 associazioni prenotate che non erano presenti e delle quali non era possibile conoscere la loro identità per motivi di privacy».

«Un Consiglio comunale aperto non si può tenere di mattina presto»

«Il comitato ritiene che un consiglio comunale aperto sulla sanità non possa tenersi al mattino in un giorno lavorativo. La decisione di stabilire questo orario non testimonierebbe la dovuta apertura verso la partecipazione dei soggetti sociali. Il comitato Si-La salute bene comune immaginava il consiglio comunale aperto come un momento di partecipazione democratica retto dal senso di responsabilità inerente al contesto. A maggior ragione vista la delicatezza e l’importanza del tema trattato. La riunione del 5 febbraio è rimasta incompiuta e non è giunta ad un accordo sulle modalità di svolgimento della seduta a causa di una disfatta di intenti alimentata da una discussione politica che non ci appartiene e che sarebbe dovuta eventualmente tenersi in altra occasione».

«Mancano i presupposti per una discussione democratica»

Il Comitato Sila Salute Bene Comune, infine, «comunica che, a malincuore, non prenderà parte e non parteciperà al consiglio comunale aperto del 7 febbraio poiché mancano i presupposti per una discussione democratica e libera. Il Comitato ravvisa anche delle ragioni di sostanza che motivano la scelta di non partecipare: sembra che – ancora una volta – gli annunci ed i proclami si sostituiscano alle risposte reali e concrete senza alcuna discontinuità rispetto al passato. Il comitato crede, tuttavia, che la battaglia per la difesa del diritto alla salute debba continuare. A tal proposito non si sottrae, attraverso questo comunicato, a rendere pubblica la proposta che avrebbe sottoposto all’attenzione del consiglio comunale aperto qualora avesse deciso di partecipare. Al consiglio comunale il comitato avrebbe chiesto di istituire un gruppo di lavoro con le parti sociali e con gli esperti della materia per elaborare una proposta programmatica per il rilancio della sanità pubblica sul nostro territorio. Inoltre avrebbe chiesto all’amministrazione comunale l’impegno ad aprire un’interlocuzione con il Commissario alla sanità Roberto Occhiuto. Il comitato crede, infatti, che per le funzioni conferitegli, solo il commissario potrebbe dare alla popolazione sangiovannese le risposte che oramai da troppo tempo aspetta. Il Comitato ricorda che a 32 giorni dalla morte di Serafino, nonostante si sia presa coscienza delle difficoltà – si conclude la nota - che si incontrano a gestire le emergenze, ancora si sfugge alla discussione con i cittadini».