Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica di Locri nei confronti di dirigenti della Regione Calabria nonché organi di governo locali del comune di Brancaleone (RC) e liberi professionisti. I finanzieri hanno sottoposto a sequestro il nuovo depuratore di Brancaleone con le relative reti ed eseguito diverse perquisizioni presso gli Enti pubblici interessati al fine di cautelare la documentazione relativa alla costruzione e al successivo collaudo del depuratore sito in località Fiumarella. Il predetto impianto era stato commissionato dal Commissario Straordinario per l’emergenza ambientale presso la Regione Calabria per la problematica della depurazione fognaria nella locride in quanto interessata dal deferimento della Commissione Europea alla Corte di Giustizia Europea per criticità derivanti dall’inefficienza e omissiva azione degli enti preposti.


L’opera, costata ai cittadini italiani oltre 3,5 milioni di euro e con un contenzioso in atto presso il Tribunale Civile di Catanzaro di oltre 11,5 milioni di euro, non è mai entrata in funzione ed attualmente si trova in totale stato di abbandono, colpita da ruberie e atti vandalici.
I riscontri investigativi hanno consentito di mettere in luce un articolato e complesso disegno criminoso volto ad un’apparante regolarizzazione in vista di un nuovo finanziamento per oltre 7,5 milioni di euro relativo alla depurazione fognaria consortile della fascia costiera tra i comuni di Bovalino e Palizzi.


Quindici sono attualmente gli indagati tra cui dirigenti del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, gli attuali vertici politici del comune di Brancaleone, i rappresentanti della ditte appaltatrici e sub appaltatrice dei lavori, nonché i Responsabili dell’Area Tecnica dei comuni interessati alle indagini e tutti i tecnici impegnati alla realizzazione ed al collaudo tecnico-funzionale dell’opera.
I reati per cui la Procura della Repubblica inquirente sta procedendo sono “abuso d’ufficio”, “falsità ideologica commessa dal p.u. in atti pubblici” e “truffa” ai danni dello Stato.