Anello sta per compire undici anni. Ha un sorriso di una dolcezza disarmante. Adora andare a scuola, non salta un giorno. Ma non può andarci in autonomia. Anello da qualche anno ha smesso di camminare, le gambe non lo reggono. È muto dalla nascita, riesce ad emettere solo qualche suono, ma è lucido e capisce tutto.

 

Anello non ha però una carrozzina che lo aiuti a spostarsi, che si sostituisca a quelle gambe così fragili, né una casa vera. Anello è un bambino di etnia rom e vive con i suoi fratellini e i suoi genitori in un container nel campo di Scordovillo. Ecco perché la madre e il padre chiedono un aiuto per uscire da quell’inferno di lamiere e rifiuti ed avere una casa in cui far vivere il loro piccolo.

 

Il bimbo non riesce minimamente a stare in piedi. Per lavarlo servono due persone, una si deve occupare solo di sorreggerlo. Mangia per lo più liquidi, rifiuta spesso il cibo perché a volte non riesce a controllare nemmeno le braccia, che diventano preda di forti scosse. La madre lo nutre con omogenizzati e biberon.

 

 

In quel container vivono in condizioni igienico sanitarie al limite. Gli scarafaggi, ci racconta la signora Laura, sono ovunque. Arrivano sia da terra che dal tetto. «Non posso lasciare cibo in giro, devo fare la spesa e consumarla entro sera se non voglio che la mangino gli scarafaggi».

 

I signori Berlingieri chiedono una casa, anche piccola, ma che sia una vera casa, anche per facilitare la vita del piccolo Anello. Al momento la famiglia si sostiene con i 230 euro che vengono dati a lui. Un bambino che non smette di sorridere, amato dai compagni di scuola e dalle maestre della scuola primaria San Teodoro e sempre sotto lo sguardo vigile della sorella che ne è diventata l’angelo custode.

 

Quel bimbo per lo Stato non è qualcosa di cui occuparsi. E così ognuno fa quello che può. I genitori la mattina aspettano con lui in braccio lo scuolabus che arriva all’esterno del campo di Scordovillo e lo siedono sul pulmino. Quando Anello arriva nei pressi della scuola, qualcuno dei bidelli va a prenderlo e lo sostiene per portarlo fino in classe. Non si può nemmeno fare affidamento sull’ascensore. È rotto da più di un anno, nonostante della cosa il Comune sia stato avvisato e ci siano due bambini disabili che attendono di usufruirne.