L'esperimento è stato lanciato dalla docente Rosa Saccà che insegna alla Monteleone-Pascoli. Il primo collegamento con tutta la classe è previsto per domani mattina
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Assimilata la notizia della chiusura delle scuole calabresi si cerca adesso di capire come i singoli istituti si organizzeranno per l’insegnamento a distanza. In questo momento ci si muove in un terreno inesplorato: si tratta di una misura d’emergenza e non tutti gli insegnanti avevano già predisposto un piano per affrontarla. Le “infernali” chat dei genitori sono in tilt da ieri pomeriggio. C’è chi è d’accordo sulla chiusura e chi, invece, la reputa una misura eccessiva in Calabria, dove i contagiati sono solo due. Le discussioni, però, presto sono scivolate verso la questione didattica: come faranno i ragazzi a prepararsi agli esami, i bambini a non rimanere indietro con i programmi?
A Taurianova si fa lezione su Skype
Bisogna organizzarsi perché non è detto che il 15 marzo il governo non decida di spostare in avanti la data di riapertura delle scuole. Ed è quello che sta facendo una maestra della scuola elementare di Taurianova, Rosa Saccà, che davanti al blocco delle lezioni si è subito organizzata per non fare sentire i suoi alunni soli in un momento così delicato delle loro vite e mantenere, seppur in maniera virtuale, la loro routine quotidiana. «Sto organizzando un gruppo skype – ha dichiarato l’insegnante - pomeriggio faremo le prime prove e credo che domattina saremo operativi».
«Chiusura giusta»
La maestra reputa la decisione del governo giusta. «Devo dire che sono d’accordo e me l’aspettavo – ha sottolineato la Saccà - Credo sia giusto chiudere le scuole anche in Calabria non tanto per un pericolo imminente, ma perché tutti dobbiamo dare una mano al sistema sanitario se vogliamo che non esploda e possa continuare a aiutare chi ha contratto il virus. Credo che il contenimento dell’epidemia sia fondamentale: dobbiamo cercare di non ammalarci. Forse non è una misura risolutiva, ma di contenimento sì».
Nasce il guppo
La chiusura delle scuole non ha colto di sorpresa la maestra e già nei giorni precedenti al decreto aveva organizzato un piano operativo per non lasciare i suoi bambini da soli. «Già prima del decreto di chiusura – ha spiegato - ero quasi certa che prima o poi saremmo arrivati a questo punto. Avevo già pensato di creare un gruppo Skype col quale continuare ad avere un rapporto seppur virtuale con i miei bambini. La questione, però, voglio sottolineare che non riguarda solo la didattica, cioè non ho pensato a questa soluzione per non rimanere indietro col programma».
Prima della didattica c'è altro
C’è un messaggio chiaro che anima la decisione di questa maestra. «Abbiamo l’obbligo come insegnanti di stare vicino ai nostri bambini. Hanno bisogno di un appoggio dal punto di vista psicologico, dobbiamo fargli vedere che la vita continua e che bisogna affrontare questa situazione, per quanto brutta possa essere, facendo quello che facevano prima». Il gruppo Skype è quasi pronto e i bambini sembrano non stanno nella pelle: «Sono contenti – ha detto Rosa Saccà – ha parlato con qualcuno di loro per telefono e altri li ho incontrati in strada. Mi hanno detto che non vedono l’ora di iniziare. Sono entusiasti per questa nuova esperienza. Oggi pomeriggio inizieremo con le prove e domani mattina, credo, inizieremo a fare la prima breve lezione».