VIDEO | Melissa racconta quanto sia stato complicato per Francesco seguire le lezioni a distanza durante il primo lockdown. «Avere un insegnante accanto è importante, soprattutto per chi ha già delle difficoltà»
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«I bambini migliorano soprattutto con la presenza, sentendosi dire che sono bravi, avendo accanto chi spiega loro un esercizio, a volte anche con uno sguardo». Melissa, mamma di Francesco, bambino di nove anni affetto da autismo che frequenta la scuola primaria di San Pietro a Maida, lo sa bene.
Lo ha sperimentato di persona durante il primo lockdown quando la chiusura totale delle scuole e il blocco anche delle terapie sono state per chi soffriva di una forma di disabilità un fardello difficile da portare. Specie per chi ha difficoltà a concentrarsi.
Da quando però il governo si è espresso a favore della didattica integrata e la scuola e il sindaco Domenico Giampà si sono attivati, il piccolo ha ritrovato quella che era la sua dimensione, fatta di orari, compagni, maestre e ha ripreso un percorso formativo che si era fermato e per il quale la mamma si è battuta.
Un diritto quello allo studio e all’apprendimento che dovrebbe essere garantito a tutti, ecco perché mamma Melissa chiede che tutte le scuole si adeguino e che bambini che hanno già difficoltà non vengano ulteriormente messi alla prova. Per molti di loro il Covid è stato un vero fulmine a ciel sereno che li ha privati della socialità, delle abitudini che regolavano le loro giornate e li ha spiazzati e disorientati.
Contemporaneamente il blocco delle terapie, di cui più volte ci siamo occupati con il nostro network, ha creato nuovi drammatici risvolti. Per chi poi ha un deficit di attenzione relazionarsi ad uno schermo, assimilare ed apprendere quello che arriva senza alcun altro stimolo è complicato, genera frustrazione. Ecco perché è importante che tutte le scuole si adeguino alla didattica integrata, affinché nessuno resti indietro.